lunedì 12 giugno 2017

L'amica, parte 2

La mia Signora aveva deciso di punirmi davanti alla sua amica e non perse tempo. Mi fece appoggiare con le mani alla panca. La sentii armeggiare, cercando qualcosa. "Questo servirà a ricordarti che sei una troia" mi disse mostrandomi un cuneo di silicone nero. Un attimo dopo me lo infilò in bocca, perché lo lubrificassi per bene. "Vedi come succhia?" rise. Quindi lo passò all'amica e l'invitò a proseguire, mentre lei pensava a un'altra cosa. La Miss tirandomi per il collare mi fece sdraiare con la pancia sulla panca e me lo mise davanti perché continuassi a succhiarlo. Nel frattempo la Signora prese un piccolo cuneo e iniziò a usarlo per lubrificarmi e allargarmi l'ano. Quando fu soddisfatta, si fece passare l'altro cuneo e prese a spingerlo dentro. Lentamente l'oggetto prese ad aprirsi la strada, finché fu tutto dentro. Soddisfatta la Signora mi fece rimettere in piedi con le mani dietro la nuca. Si avvicinò con due mollette, dandone una all'amica. Una dopo l'altra mi furono applicate ai capezzoli. "E ora provvediamo a punire questa troia". Preso un frustino cominciò a battere la schiena, le natiche, le gambe e il membro. Mentre lo faceva spiegava all'amica come si deve colpire per non lasciare segni troppi evidenti, e senza fare troppo male, ma nemmeno troppo poco. Quindi l'invitò a provare lei stessa. Ricevetti quindi una nuova ripassata, sotto forma di una lezione sull'uso del frustino, a cui seguirono le istruzioni per numerosi altri strumenti. Alcuni mi passavano sotto gli occhi, mentre altri lasciavano il segno del loro passaggio senza che riuscissi nemmeno a capire cosa fossero. Sopportavo in silenzio, per non sfigurare, gemendo di tanto in tanto quando i colpi si facevano più forti. Mentre mi colpivano parlavano tra loro commentando i risultati e ridendo delle mie reazioni. La Signora fece notare come il membro mi si ammosciava quando arrivava il dolore, mentre tornava a crescere non appena la sua mano iniziava a percorrermi la pelle. "Il fatto è che più che un masochista è proprio una puttana". Si divertiva a chiamarmi in quel modo e l'amica la seguiva ridendo, usando a sua volta ogni temine equivalente per appellarmi. Quando si furono sufficientemente divertite in quel modo mi fecero stendere sulla panca e cominciò una sessione di bastinado. "All'inizio questa cagna non voleva farlo, ma poi l'ho convinta per bene. E ora le piace. Vero, zoccola?" "Si Signora" gemetti, mentre mi colpiva ripetutamente col frustino sulla pianta del piede. "E visto che sei la mia troia, cosa sei disposta a fare per me?" "Tutto quello che mi ordinate, Signora". "Dillo meglio, puttana," mi diede un forte colpo di frustino sul piede "dimmi cosa sei pronta a fare per compiacere la tua Signora, da gran zoccola quale sei". Compresi che ciò che voleva era che mi umiliassi, offrendo la mia totale sottomissione. Dovevo accettare il mio ruolo di zoccola e dovevo farlo davanti a una testimone. Le due amiche si sporsero su di me, quasi a voler leggere anche con gli occhi la formula che sarebbe uscita dalle mie labbra. "Signora" cominciai "io sono la Sua troia. Il mio dovere è di succhiare, leccare e prenderlo nel culo. Al suo comando succhierò e leccherò chiunque, uomo o donna che sia. E se così ordinerà lo prenderò nel culo da chiunque, uomo o donna che sia, perché io non sono che la sua troia e il mio piacere è renderla felice." "È proprio una gran zoccola!" rise l'amica divertita. "Finora però sono solo parole" osservò severa la Signora. "Bisognerebbe metterla alla prova..." "Ti va?" "Certo. Ma non voglio che mi veda." "A questo si rimedia facilmente." Così dicendo mi tolse dolorosamente le mollette dai capezzoli, per prepararmi alla nuova prova. (continua)

1 commento:

  1. da schiavi a troiette, questo e altro succede con Lady Martina Kobra.. stupendo !

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