Ero
sdraiato sulla panca, con una benda stretta sugli occhi, che mi precludeva la
vista di qualsiasi cosa. Avevo capito, più o meno, cosa sarebbe accaduto, ma il
controllo della situazione era totalmente fuori dalla mia volontà. Potevo solo
restarmene disteso, col membro eretto in attesa di ciò che avrebbe deciso la
Signora. La sentivo parlare e ridere sottovoce con l'amica da qualche parte
nella stanza. Quando furono pronte si avvicinarono alla panca. "Bene,
troia" disse la Signora. "Ora ti metteremo alla prova. Darai piacere
alla mia amica come più le aggraderà. Siccome sei solo una cagna, non ti è
consentito vederla nuda, quindi dovrai fare tutto a occhi bendati. Io sarò qui
attorno e se ti vedrò battere la fiacca provvederò a incoraggiarti con
questo." Sentii il bruciante colpo di un frustino sui genitali. Subito
dopo qualcuno salì sulla panca. Delle gambe mi sfiorarono la testa e le spalle.
Avvertii l'odore di donna un istante prima che la mia bocca fosse baciata dalle
intime labbra della Miss. Mi diedi immediatamente da fare per trovare la radice
del suo piacere con la lingua, mentre lei a sua volta si muoveva per trovare la
posizione più comoda ed efficace. Mi prese la testa tra le mani e se la tirò
vicina dirigendomi per aumentare il piacere. In quella posizione non potevo far
altro che far andare la lingua e leccare. Questo del resto era ciò che
desiderava la donna che mi stava sopra. Talora si alzava un poco per darmi modo
di usarla di punta. Poi si abbassava sedendosi sulla faccia, facendosi
penetrare il più possibile. I suoi gemiti mi indicavano se stavo facendo
giusto. Talora mi incitava con frasi concitate. "Di più, di più,
zoccola" gemeva. E allora immancabilmente il frustino manovrato dalla
Signora si abbatteva sul mio membro per spronarmi. Ad un certo punto decise di
girarsi. Lentamente si sollevò, tornando a posarsi su di me per ricercare il
piacere che si stava prendendo. Non contenta, mi prese i capezzoli tra le dita
e prese a strizzarli, facendomi gemere di dolore. Sentii le sue mani scivolare
verso il basso e una mi afferrò il membro eretto. Era una posizione che avrebbe
consentito un 69 e la mia radice prese a pulsare di desiderio. "Guarda
come gli tira" rise la Signora. "Scommetto che vorresti un pompino,
vero brutta troia?" Una serie di frustate mi colpirono le piante dei
piedi. Compresi che quella stretta era solo un modo per manifestare il loro
dominio su di me, acuendo il desiderio e frustrandolo. Ero solo un giocattolo
che la mia Signora stava prestando all'amica, come una sorta di vibratore di
carne il cui unico scopo era dare piacere. M'impegnai ancora di più con la
lingua, penetrando il più possibile nella vulva per poi tornare a solleticare
la clitoride. Sentivo le gambe della Miss vibrare di eccitazione mentre mi
chiedeva sempre di più, usando di me senza ritegno. Non avevo idea se fosse la
prima volta che usufruiva di un servizio di questo genere, che stava peraltro
gradendo molto, a giudicare dagli umori con cui mi inondava. Approfittava del
mio essere a sua completa disposizione per usarmi come una vera troia, a cui si
chiede solo di dare piacere senza che del suo importi a nessuno. Mi prese le
mani e le portò sulle sue natiche. "Non stare lì ferma con quelle mani,
zoccola" intimò la Signora. Lo feci immediatamente, cercando di aumentare
il piacere accarezzandola. Cominciò a gemere e mi mise la mano sotto il mento
per tirarmi il più vicino possibile. Poco dopo la sentii contrarsi e ansimare
in preda all'orgasmo. Mi fermai, temendo potesse darle fastidio, ma la mia
dominatrice aveva un'altra idea. Cambiò posizione accoccolandosi sopra di me.
"Leccami il culo" intimò appoggiandolo sulla mia bocca. Ricominciai a
leccare, mentre lei provvedeva a toccarsi davanti con le mani. Ormai obbedivo a
qualsiasi ordine mi venisse dato, consapevole del mio ruolo, che peraltro mi
era ricordato in ogni istante dal cuneo ancora ben conficcato in profondità nel
mio ano. Umiliazione e sottomissione stavano diventando il mio status abituale
e mi rendevo conto di aver imboccato una discesa dove non era più possibile
fermarsi. Né del resto era mio desiderio farlo. La Signora rideva divertita
osservando il suo trionfo. Dopo pochi minuti la Miss ebbe un nuovo orgasmo, che
stavolta sembrò soddisfarla completamente. "Sei proprio una gran
zoccola!" disse scendendo. "Non hai ancora visto quanto" rise la
Signora. Compresi che l'incontro sarebbe stato ancora lungo. (continua)
sabato 17 giugno 2017
lunedì 12 giugno 2017
L'amica, parte 2
La mia Signora aveva deciso di punirmi davanti
alla sua amica e non perse tempo. Mi fece appoggiare con le mani alla panca. La
sentii armeggiare, cercando qualcosa. "Questo servirà a ricordarti che sei
una troia" mi disse mostrandomi un cuneo di silicone nero. Un attimo dopo
me lo infilò in bocca, perché lo lubrificassi per bene. "Vedi come
succhia?" rise. Quindi lo passò all'amica e l'invitò a proseguire, mentre
lei pensava a un'altra cosa. La Miss tirandomi per il collare mi fece sdraiare
con la pancia sulla panca e me lo mise davanti perché continuassi a succhiarlo.
Nel frattempo la Signora prese un piccolo cuneo e iniziò a usarlo per
lubrificarmi e allargarmi l'ano. Quando fu soddisfatta, si fece passare l'altro
cuneo e prese a spingerlo dentro. Lentamente l'oggetto prese ad aprirsi la
strada, finché fu tutto dentro. Soddisfatta la Signora mi fece rimettere in
piedi con le mani dietro la nuca. Si avvicinò con due mollette, dandone una
all'amica. Una dopo l'altra mi furono applicate ai capezzoli. "E ora
provvediamo a punire questa troia". Preso un frustino cominciò a battere
la schiena, le natiche, le gambe e il membro. Mentre lo faceva spiegava
all'amica come si deve colpire per non lasciare segni troppi evidenti, e senza
fare troppo male, ma nemmeno troppo poco. Quindi l'invitò a provare lei stessa.
Ricevetti quindi una nuova ripassata, sotto forma di una lezione sull'uso del
frustino, a cui seguirono le istruzioni per numerosi altri strumenti. Alcuni mi
passavano sotto gli occhi, mentre altri lasciavano il segno del loro passaggio
senza che riuscissi nemmeno a capire cosa fossero. Sopportavo in silenzio, per
non sfigurare, gemendo di tanto in tanto quando i colpi si facevano più forti.
Mentre mi colpivano parlavano tra loro commentando i risultati e ridendo delle
mie reazioni. La Signora fece notare come il membro mi si ammosciava quando
arrivava il dolore, mentre tornava a crescere non appena la sua mano iniziava a
percorrermi la pelle. "Il fatto è che più che un masochista è proprio una
puttana". Si divertiva a chiamarmi in quel modo e l'amica la seguiva ridendo,
usando a sua volta ogni temine equivalente per appellarmi. Quando si furono
sufficientemente divertite in quel modo mi fecero stendere sulla panca e
cominciò una sessione di bastinado. "All'inizio questa cagna non voleva
farlo, ma poi l'ho convinta per bene. E ora le piace. Vero, zoccola?"
"Si Signora" gemetti, mentre mi colpiva ripetutamente col frustino
sulla pianta del piede. "E visto che sei la mia troia, cosa sei disposta a
fare per me?" "Tutto quello che mi ordinate, Signora".
"Dillo meglio, puttana," mi diede un forte colpo di frustino sul
piede "dimmi cosa sei pronta a fare per compiacere la tua Signora, da gran
zoccola quale sei". Compresi che ciò che voleva era che mi umiliassi,
offrendo la mia totale sottomissione. Dovevo accettare il mio ruolo di zoccola
e dovevo farlo davanti a una testimone. Le due amiche si sporsero su di me,
quasi a voler leggere anche con gli occhi la formula che sarebbe uscita dalle
mie labbra. "Signora" cominciai "io sono la Sua troia. Il mio
dovere è di succhiare, leccare e prenderlo nel culo. Al suo comando succhierò e
leccherò chiunque, uomo o donna che sia. E se così ordinerà lo prenderò nel
culo da chiunque, uomo o donna che sia, perché io non sono che la sua troia e
il mio piacere è renderla felice." "È proprio una gran zoccola!"
rise l'amica divertita. "Finora però sono solo parole" osservò severa
la Signora. "Bisognerebbe metterla alla prova..." "Ti va?"
"Certo. Ma non voglio che mi veda." "A questo si rimedia facilmente."
Così dicendo mi tolse dolorosamente le mollette dai capezzoli, per prepararmi
alla nuova prova. (continua)
mercoledì 7 giugno 2017
L'amica, parte 1
Ero in piedi, per strada, e attendevo lo squillo del telefono con
trepidazione. Sobbalzai, quando prese a suonare. "Puoi venire,
sbrigati" mi disse la voce della Signora. Girai velocemente attorno
all'isolato per raggiungere il dungeon, come mi era stato ordinato. Suonai al
citofono e subito mi fu aperto. Conoscevo la strada e trovata la porta
socchiusa entrai chiedendo permesso. La Signora mi attendeva nella sala. Mi
diressi verso di lei salutandola rispettosamente. Improvvisamente mi accorsi
che non era sola. Nel dungeon c'era un'altra donna, che non avevo mai visto
prima. La salutai. "Ho deciso di invitare anche G., che è una mia amica, e
aveva voglia di conoscere la mia nuova troia. Ti rivolgerai a lei chiamandola
sempre Miss. Ora vai in bagno e torna veloce." Mentre andavo a espletare i
miei bisogni e a lavarmi sentivo la testa girarmi. Non mi era mai capitato
prima di essere dominato davanti a un'altra persona. Non sapevo cosa sarebbe
successo né fin dove si sarebbe potuta spingere la mia Signora. Sapevo solo di
essere il suo giocattolo e che il gioco sarebbe stato crudele, forse non
doloroso, ma certamente molto umiliante. Uscendo dal bagno ero pronto a
scendere uno ad uno tutti i gradini della sottomissione. Trovai le Signore
sedute sul divano. "Spogliati" mi ordinò subito. Sotto il loro
sguardo attento uno dopo l'altro gli indumenti vennero sfilati e deposti su una
poltrona. Da ultimo scesero anche le mutande, lasciandomi totalmente esposto.
"In ginocchio." La Signora mi fece indossare il collare con la
medaglietta. "Ora, come consuetudine, leggerai il resoconto dell'ultimo
incontro." Cominciai come al solito la lettura, ma stavolta il diario
delle umiliazioni era ascoltato anche da una persona che non aveva preso parte
alla scena. La mia Signora ricordando certi episodi scoppiava a ridere e questo
apriva una conversazione tra le due Signore, con domande per me molto
imbarazzanti. "Quindi gli piace succhiarlo?" domandò ad esempio
l'amica. "Chiedilo direttamente a questa troia" fu la risposta
divertita. "Allora, troia, ti piace succhiare i cazzi?" "Si
Signora" "Anche quelli veri scommetto..." "Si Signora"
"Vedi, è una vera troia!" rise la Signora. Quando l'umiliante lettura
fu completata, mi fu ordinato di alzarmi e restare in piedi in mezzo alla
stanza, con le mani dietro la nuca. Le Signore si alzarono lentamente e
cominciarono a girarmi attorno. La mano della mia Signora prese a percorrere la
mia pelle con le unghie e come se quello fosse un segnale convenuto, anche la
Miss allungò la mano. Cominciò così un lungo esame, in cui ogni parte del mio
corpo era esaminata, soppesata, pizzicata, leggermente graffiata o battuta da
schiaffi e pacche. Il tutto accompagnato da commenti, risate e battute. In
particolare la Signora non mancò di far notare alcuni aspetti che mi rendevano
particolarmente divertente ai suoi occhi. L'amica fu così invitata a valutare
con mano la sodezza del mio culo, che fu testata non solo con varie palpate, ma
anche con numerosi schiaffi ben assestati. Le mostrò le tette naturali, che a suo
dire molte sissy avrebbero invidiato. Ne seguirono varie torture ai capezzoli
condotte contemporaneamente da entrambe, in una sorta di gara a chi pizzicava
più forte. L'invitò anche a prendere un mano e strizzare il sacco che troppo
spesso chiedeva di essere svuotato perché troppo pieno. "L'ho sentita
spesso questa scusa è banale, la usano tutti" rise l'amica.
"Bisognerebbe decidersi e castrarli tutti questi schiavi, come si fa coi
cani e i gatti". Accompagnò queste parole minacciose con una stretta più energica
alle palle, che mi fece gemere di dolore. La Signora rise divertita e
sottolineò che la minaccia non sembrava spaventarmi più di tanto, perché il mio
membro nel frattempo si era rizzato. "Vedi come è fatto? Gli si alza
subito, è davvero incorreggibile!" E per punirmi prese a batterlo, senza
che l'altra mollasse la presa del sacco. Gemetti di dolore. "Sei una troia
schifosa! Dobbiamo proprio darti una bella lezione!" (continua)
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