venerdì 29 gennaio 2021

 

Chi mi conosce da tempo sa che per ogni coniglio tremante che fugge via da me senza attributi, molti altri si presentano ai miei piedi, ansiosi di servirmi. Il 2020 è stato quindi un anno molto fruttuoso sotto molti aspetti. Nonostante le limitazioni imposte dalla situazione molti inutili esserini sono comunque riusciti a servirmi. Giusto per finire in bellezza l’anno, a Natale ho ricevuto tanti doni meravigliosi. Fruste che non mancherò di utilizzare alla prima occasione. Molti dolci, cioccolatini Pernigotti e un pandoro da 1 chilo e mezzo (mi volete tutta ciccia e brufoli, vero, piccole canaglie? Ve la farò pagare alla prima occasione…). 


E poi ancora stivali e calze, che immagino mi siano state regalate per via di certe vostre fantasie che, se ve lo saprete meritare, potrei anche realizzare. Infine, perché la distanza non è mai una scusa, ricariche, buoni amazon, poste pay e paypal a testimoniare la vostra devozione.




venerdì 1 gennaio 2021

 

CAPITOLO IV

La mia giornata da servo sguattero inizia presto al servizio di Lady Martina Kobra. Ho la sveglia alle 6, il momento in cui posso pensare a me stesso. Mi lavo con cura, mi agghindo con la mia pseudo uniforme da sissy cercando di darmi un aspetto non dico passabile, ma almeno meno grottesco della parodia di essere umano che sono diventato.
Poi, per prima cosa, pulisco a fondo il bagno, disinfettandolo con cura dopo averlo utilizzato. Tutto deve brillare per quando lo utilizzerà la Padrona. Quindi seguo la lunga lista di compiti che lei mi ha lasciato sul tavolo. C’è sempre tanto da fare per uno sguattero ma i primi lavori del mattino sono quelli più silenziosi, come stirare, per evitare di disturbare il sonno della mia dominatrice.
Nell’elenco delle mansioni è precisato anche l’orario in cui vuole essere svegliata e venti minuti prima mi reco in cucina per preparare la sua colazione, sempre secondo le sue indicazioni e sistemarla su un vassoio. Puntualissimo busso alla porta della camera da letto padronale ed entro cercando di fare il meno rumore possibile. Fremo all’idea che in quella oscurità riposa la mia Dea, colei che venero sopra ogni cosa e che è Padrona assoluta della mia vita. Poggio il vassoio sul comodino e lentamente alzo la tapparella lasciando entrare nella stanza la prima luce del mattino. Poi mi accoccolo in fondo al letto, scosto leggermente le coperte ed inizio a leccarle i piedi. Un amorevole gesto che a volte dura pochi secondi, altre volte si protrae per qualche minuto ma che invariabilmente finisce con una sua tallonata in faccia che mi fa capire che è sveglia e che vuole la colazione. Mentre si mette seduta sul letto e si stiracchia un po’ io le poggio davanti il vassoio perché lei possa iniziare la sua giornata con le cose che le ho preparato. Poi arretro, mi inginocchio e attendo in silenzio a testa bassa che abbia finito. A volte, tra un boccone e l’altro, mi da delle istruzioni per la giornata che devo memorizzare con precisione, altre volte si fa leccare i piedi e per me sono le mattinate più belle.


 In genere invece non mi considera per nulla, ignorandomi completamente, un atteggiamento che mi fa capire quanto poco io conti per lei e anche questa è un’umiliazione bruciante, forse più ancora degli insulti che mi dona continuamente. Sono suo servo e schiavo ma non, come leggo spesso, una figura che trova una sua dignità e rispetto in questo ruolo, ma un essere che lei disprezza, un oggetto da usare e di cui abusare. E questo l’ho saputo sin dall’inizio, dal giorno in cui piangendo disperato l’ho supplicata di darmi una opportunità di servirla e di dimostrarle la mia devozione. Lady Martina Kobra è stata chiarissima, per lei valevo meno di nulla, mi avrebbe preso a servizio per un mese, in cui avrei dovuto usare tutte le mie ferie, vivere sempre nella sua casa e non mi avrebbe risparmiato nessun dolore, nessuna umiliazione, nessuna vessazione e sopruso perché per lei non esistevo, ero solo uno sguattero, non una persona ma una nullità che ai suoi occhi valeva meno di un animale.
Ed è stata di parola. In questi primi dieci giorni ho subito un mare di botte, frustate, scudisciate che mi hanno fatto piangere e urlare, piegando il mio corpo e la mia mente. Ho provato le peggiori offese e degradazioni che mi hanno fatto vergognare di me stesso e dubitare della scelta fatta. Eppure ho sopportato tutto, mi basta vederla, anche solo pensarla, per trovare le energie e la determinazione per andare avanti e per sentirmi felice.
Quando la Padrona finisce la colazione si alza e va verso il bagno senza degnarmi di uno sguardo o una parola, come fossi invisibile. E’ il momento per me di sollevarmi e iniziare a lavorare. Prima di portar via il vassoio, arieggio la stanza, rifaccio il letto con cura, sistemo con amore i vestiti che la sera prima Lady Martina si è sfilata senza resistere alla tentazione di avvicinarli al viso ed inspirare il profumo di questa autentica, vera, unica Dea che idolatro e amo sopra ogni cosa.
Quando la sento uscire dal bagno è per me il momento di entrarvi e pulirlo. Guai, qualora la Padrona avesse bisogno di usarlo, trovasse qualcosa fuori posto o di non perfettamente lucente. E’ con un fremito che raccolgo da terra il suo intimo usato che tra poco laverò a mano ed è con vera dedizione che detergo tutti i sanitari e il pavimento. Controllo che gli asciugamani non siano umidi, che ci sia la carta igienica, che non manchi il sapone liquido, che lo specchio sia brillante. E’ bello lavorare per Lady Martina, faticare per lei, stancarsi per lei. Quanto dolore mi attenderà oggi? Quanti oltraggi dovrò subire? Eppure, non riesco a pensare ad un periodo più bello nella mia vita. Forse sono pazzo e se qualcuno sapesse cosa sto vivendo proverebbe per me compassione e pietà, o forse disgusto. Ma non mi interessa e sorrido chiudendomi alle spalle la porta del bagno luccicante.
Dopo circa un’ora sento chiudersi la porta di casa. La Padrona è uscita senza dirmi una parola, non so dove sia andata, quando rientrerà e la cosa mi inquieta. Dovrò prepararle il pranzo? Ma non ho tempo per pensare e preoccuparmi. Devo pensare solo a lavorare. Dopo aver fatto partire una lavatrice lavo a mano il suo intimo. Lo slip, il reggiseno… li tengo tra le mani e non posso non tuffarci il naso ed inspirare con passione. Il profumo dolcissimo della mia Dea, dell’essere che amo. Annuso sino a stordirmi. Vi amo Lady Martina Kobra, vi amo. Sono eccitato e me ne vergogno. Lo ammetto, se potessi mi toccherei ma il mio piccolo ridicolo pene è chiuso fermamente nella gabbietta d’acciaio in cui l’avete serrato dieci giorni fa
Ho lavato tutto, stendo con cura e devozione. Detergo i vetri, faccio brillare il forno che solo ieri sera ho dovuto usare, passo l’aspirapolvere in tutta la casa sebbene sia linda e perfetta. Per uno sguattero non c’è mai un momento di riposo e quando c’è sono i minuti da dedicare alla scarpiera della Padrona. Le sue sacre calzature da tenere lucide, brillanti, splendenti. Un vero schiavo non ha mai pace,perché solo lavorando senza sosta rende il giusto omaggio alla sua proprietaria. Non deve esistere un solo minuto che non sia totalmente dedicato alla Padrona, non deve esistere un attimo in cui il pensiero non sia di concentrazione, dedizione, rispetto, fedeltà per colei che è preponderante, che è migliore di me, che è veramente un essere superiore



 

Volevo augurarvi Buon Anno piccoli pig, seguirà un post a breve più dettagliato. Auguri 👑




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