domenica 15 ottobre 2017

Il branco

Parte 4

 I miei timori cominciarono presto a materializzarsi. La Signora diede seccamente ordine di rimettere a posto le cose e si alzò. "Fate accomodare questa cagnetta sulla panca e sistematela come sapete." Subito le quattro mi furono vicine e prendendomi per il guinzaglio, che ancora portavo, e le braccia, mi trascinarono e spinsero sulla panca, dove mi fecero stendere a pancia in su. Mi fu messo in bocca un morso, che mi impediva di parlare, ma non di ricevere qualcosa in bocca. Infine ciascuna di loro mi prese per un braccio o per una gamba, immobilizzandomi. Ero completamente esposto, ma nessuna di loro mosse le mani per toccarmi. Mi resi conto che avevano ordini ben precisi, precedentemente concordati o noti da altre esperienze. Mi osservavano e ridacchiavano però e potei notare alcuni dei loro membri ben eretti. La Signora si avvicinò, infilando un preservativo sullo strapon. Questo un po' mi tranquillizzò. Non era la prima volta che mi prendeva e conoscevo la sua ferma dolcezza nel farlo. Stavolta però il tutto sarebbe avvenuto sotto gli occhi di quattro slave.
 E non avevo alcuna certezza che dopo averlo aperto non volesse concedere loro il mio buco. Era la cosa più vicina a uno stupro di gruppo che mi fosse mai capitata. E non potevo fare nulla per evitarlo. La punta fredda dello strapon toccò l'ano, facendomi sobbalzare. "Rilassati troia" disse dolcemente la Signora.
"Ti ho già sfondata altre volte e ho aperto personalmente tutte le mie troie, quindi sei tra amici." Rise e con lei risero le sue slave, mentre con il fallo cominciava a battere l'apertura. Aveva deciso di togliermi il diritto di parola in quella situazione. Non potevo né chiedere una pausa per dare tempo allo sfintere di allargarsi, né tento meno usare la safeword. Mi resi conto che stava mettendo alla prova la mia fiducia nei suoi confronti. La sua esperienza era la sola guida a quella penetrazione. Quanto meno mi fossi fidato e mi fossi irrigidito tanto più avrei sentito male. Se invece mi fossi abbandonato a lei, mi avrebbe aperto più facilmente. Purtroppo la mia capacità di controllare l'apertura era limitata e l'abitudine a prenderlo nel culo era ancora scarsa. Ci fu battaglia, là sotto, ma l'invasore era troppo determinato ed esperto perché gli si potesse tenere testa. Così, davanti a quattro testimoni, mi sfondò ancora una volta il culo, senza farmi troppo male né troppo poco, come era giusto e soprattutto, come voleva che fosse. L'accolsi con un lungo gemito, mentre mi apriva. Solo allora, ben piantata dentro fino in fondo, mi concesse una pausa, per abituarmi. "Hai capito che devi fidarti di me, puttana?" disse. Annuii. Allora ordinò alle altre di lasciarmi e di togliermi il morso. "Adesso ti scopo per bene, succhiacazzi". Non mancava mai di usare quei termini per definirmi.
Le piaceva e sapeva l'effetto di sottomissione che piano piano ti creava dentro il sentirsi continuamente insultare. "Voi quattro, troie, datevi da fare, nel frattempo." Prese a battermi nel culo, maneggiando nel frattempo l'uccello. Contemporaneamente la quattro slave mi accarezzavano le tette e il culo. Più volte dovetti avvisare che l'orgasmo era imminente e ogni volta il massaggio fu interrotto, perché dovevo godere, ma senza eiaculare,
come era nei suoi desideri. A un certo punto ordinò alle slave di prendermi il membro in mano a turno. Sul momento, troppo eccitato e coinvolto per quell'assalto che mi trapanava dietro, unito alle carezze che fioccavano da ogni parte, non compresi il senso di quell'ordine. Più tardi, quando fui nel sicuro rifugio della mia abitazione, mi resi conto che quei gesti, come le precedenti carezze, non erano tanto un modo per accrescere il mio piacere, quanto un sottile modo per accrescere la mia svirilizzazione. Doveva esserci una sola Donna nella mia vita, che era la mia Signora, padrona del mio corpo e della mia sessualità. Per il resto dovevo abituarmi a contatti sempre più intimi con il maggior numero di maschi, benché travestiti da sissy come in questo caso.
Era un ulteriore modo per ricordarmi che ero solo una troia succhiacazzi e prendinculo. Solo così, una volta introiettato per bene questo ruolo, avrebbe poi potuto eventualmente usarmi anche come dildo umano per la gioia di alcune sue amiche senza che questo aumentasse il mio stupido orgoglio di maschio. "Ti piace, troia?" Solo quando lo ammisi davanti a tutti loro, il tormento finì, con cinque potenti affondi che mi fecero gemere di piacere e dolore. "Si, Signora, mi piace quando mi sfondate in questo modo. Farò tutto quello che mi chiederete di fare, perché sono la vostra puttana!"

  Evento di  ScaccoMatto  Torino Durata: 4 h Femdom event Torino 23 Giugno dalle ore 20.00 alle ore 00.00 Comunicato di Dominio e Potere riv...