sabato 26 agosto 2017

Il branco



 Parte 1
Espletati i rituali della presentazione la Signora mi ordinò di spogliarmi. "Fai in fretta, che non ho tempo da perdere. Abbiamo molte cose da fare oggi!" In breve fui sull'attenti al suo cospetto, nudo come mi voleva ogni volta. Mi mise indosso una mascherina morbida, che lasciava scoperta la parte bassa della faccia. "Mettiti a quattro zampe e tieni la testa bassa, se non vuoi un morso sul culo." Obbedii, senza comprendere appieno il senso di quelle parole. Mi fece avvicinare e mi mise il collare con il guinzaglio. "Vieni avanti, Lola!" Rimasi interdetto a quelle parole. Un rumore alle mie spalle mi fece comprendere che non eravamo soli. "Lola, ti presento la mia nuova cagna..." Pronunciò ridendo il mio nome da schiava. "Ora, da brave cagnette quali siete, fate le presentazioni annusandovi per bene il culo." La Signora mi teneva per il guinzaglio con la testa verso di lei, per cui il mio didietro era vergognosamente esposto. Sentii una presenza avvicinarsi e poi qualcosa, che dal respiro in mezzo alle natiche compresi essere un naso, prese a sniffarmi rumorosamente. Compresi che Lola era il nome di un'altra schiava della Signora. Avevo sentito parlare del suo branco, ma non avevo mai avuto occasione di incontrare altre sue schiave. Non sapevo nemmeno se si trattasse di slave svirilizzati come nel mio caso, di sissy, di omosessuali o di femmine biologiche. Sapevo però, fin troppo bene, che ciascuna di noi, indipendentemente dai propri orientamenti sessuali, era tenuta a servire come puttana la Signora, obbedendo a ogni suo ordine. Fu così che, una volta terminato l'esame olfattivo da parte di Lola, toccò a me annusare il suo culo. Negli incontri precedenti buona parte delle mie resistenze erano state abbattute e avevo ormai compreso perfettamente che tentare di resistere o opporsi non solo non sarebbe servito a nulla, ma avrebbe avuto conseguenze che preferivo non sperimentare. Così seguendo il comando mi girai e avvicinai il volto alle terga di Lola. Il sacco dei testicoli che ballonzolava sotto il buco del culo mi diede una chiara risposta riguardo al suo sesso, senza però fornirmi indicazioni sul resto. Vincendo la naturale resistenza avvicinai il naso e l'odore mi riempì le narici. "Annusa bene, cagna" rise la Signora notando la mia ritrosia. "Appoggia bene il naso e inspira. Voglio sentire il rumore!" Obbedii mentre lei scoppiava in una fragorosa risata, vedendo che ancora una volta il suo capriccio diventava realtà e una sua schiava scendeva un ulteriore gradino della lunga scala del totale annullamento. "Lola, da brava, mettiti a cuccia laggiù, faccia contro il muro." Obbediente si allontanò gattonando andando a posizionarsi dove aveva detto la Signora. "Vieni avanti, Boccavogliosa!"
Una nuova slave entrò nella stanza, sempre a quattro zampe. Da alcuni brevi versi che fece stavolta compresi subito che era un maschio. Nuovamente il rituale si compii. La Signora mi ordinò di aprire bene le gambe, per consentire al naso di Boccavogliosa di appoggiarsi al mio buco, dove rimase a lungo ad annusare. "Lecca" ordinò improvvisamente la Signora. Prima che potessi capire cosa stesse accadendo, la lingua di Boccavogliosa aveva già iniziato ad eseguire l'ordine. Non saprei dire perché non avesse ordinato la stessa cosa anche a Lola. Quel che è certo è che quando l'esplorazione fu terminata, dovetti ricambiare esattamente nello stesso modo. Chiusi gli occhi e mossi la lingua, senza pensare troppo a quello che stavo facendo, consapevole solo che la Signora mi stava osservando e pretendeva che il suo ordine fosse ben eseguito. Quando anche Boccavogliosa fu andata a cuccia nell'angolo venne chiamata Ricciola. Il rituale non fu differente dal precedente, ma i tempi si allungarono e le nostre lingue dovettero lavorare più a lungo sui reciproci culi da maschio. La Signora mi fece poi girare in modo da mostrare solo le terga a Jessica, la quarta slave del branco. Entrò silenziosa, senza darmi elementi per comprendere di che sesso fosse. Dopo avermi annusato il buco anche lei prese a leccarlo, ma stavolta non si limitò a stare sulla parte esterna. Sentivo la lingua spingere, insinuandosi il più possibile, quasi volesse penetrarmi con quella. "Ti piace vero? Troia!" La Signora rideva del mio più totale ed eccitato imbarazzo. E quando ebbi finito di ricevere, pretese che restituissi il favore con un certo interesse, perché mi fece lavorare a lungo il culo di Jessica, che per inciso avevo scoperto essere l'ennesimo maschio. "Ora che le presentazioni sono state fatte" esclamò alla fine "possiamo cominciare!"

Continua...
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