giovedì 13 luglio 2017

L'amica, parte 5

La Signora e la sua amica sedevano sul divano. Il compito che mi era stato affidato era quello di prendermi cura dei loro piedi, massaggiandoli. Alternativamente l'una e l'altra, il destro e il sinistro. Nel frattempo discutevano tranquillamente delle loro cose e di varie persone che conoscevano, finché l'argomento cadde sull'addio al nubilato di una nipote. "Sai cosa sarebbe divertente?" disse l'amica. "Avere la tua troia per un addio al nubilato." "Sarebbe divertente in effetti" rispose la Signora ridendo. "Immagini quanto userebbe la lingua?" Risero di gusto a quel pensiero. "Sarebbe un peccato però usarla solo in quel modo..." "Infatti, dovrebbe essere usata anche dietro." "Il problema è che molte non vorrebbero farlo." "Mi viene in mente un gioco molto divertente." "Quale?" "Una variante del gioco della bottiglia. Chi perde deve indossare lo strapon e infilarglielo dietro". Risero immaginandosi la scena. "Secondo me qualcuna ci prenderebbe gusto!" Risero nuovamente. "Guarda un po', alla mia troia si è rizzato al pensiero di questi giochi". La Signora aveva infatti notato la mia erezione. Prese a titillarmi col piede.
"Mi sa che hai voglia di venire, vero zoccola?" "Si Signora". "Non ancora. Voglio giocarci." Dopo averlo stuzzicato col piede lo passò all'amica, che dopo averci giocato lo restituì. Presero a palleggiarselo ridendo. Quindi la Signora lo cosparse di lubrificante e prese a stimolarlo. L'amica preferì restare a guardare, ridacchiando per le mie espressioni di piacere. Ero completamente in potere della mia Signora. Desideravo la liberazione, ma ugualmente speravo che quel gioco non finisse mai. Più tardi, sulla via del ritorno, avrei realizzato quanto profonda e sconvolgente fosse stata la mia discesa nei sotterranei della sottomissione. La mia Signora mi aveva dato in uso come una puttana a una donna che non avevo mai visto prima, né avevo potuto scegliere, senza preavvertirmi, in quanto questo rientrava nei suoi diritti padronali. Mi avevano esaminato, saggiato e sottomesso, prendendosi ogni sorta di piacere e usando di me in qualsiasi modo avessero voluto, senza concedermi neppure il privilegio di vedere la loro nudità. Mi era sto imposto il nome e il ruolo di troia sottomettendomi a prestazioni che quasi ogni donna avrebbe rifiutato. Soprattutto, io avevo accettato quel ruolo consapevolmente, obbedendo e accettando ogni cosa, confermandomi in questo la brava cagna che evidentemente ero. Dopo quello, me ne resi conto, non avevo altra scelta che obbedire a qualsiasi ordine mi fosse stato imposto, accettando definitivamente nella pratica quel ruolo di zoccola che la mia Signora aveva scelto per me. Ma in quel momento ero troppo eccitato e soggiogato per poter ragionare lucidamente. Ero consapevole solo di essere un giocattolino a disposizione della mia Signora. Che infine decise che avrei dovuto offrire il mio ultimo spettacolo alla sua amica: segarmi davanti a loro, muovendo il bacino avanti e indietro come un coniglio in calore. E venire in un bicchiere, da cui avrei dovuto brindare in loro onore, ingoiando tutto il contenuto fino all'ultima goccia. FINE

sabato 1 luglio 2017

L'amica, parte 4

 "Ripetimi qual è il tuo dovere di troia" domandò la Signora "Il mio dovere, Signora, è di succhiare, leccare e prenderlo nel culo. Al suo comando succhierò e leccherò chiunque, uomo o donna che sia. E se così ordinerà lo prenderò nel culo da chiunque, uomo o donna che sia, perché io non sono che la sua troia e il mio piacere è renderla felice." "Molto bene, cagna, noi siamo pronte". Così dicendo la Signora mi tolse la benda dagli occhi. Sia lei che la sua amica, che si era rivestita, indossavano degli strapon coperti da preservativi, che stavano lubrificando. "Togliti il cuneo". Accucciandomi iniziai ad estrarre lentamente il cuneo dall'ano, mentre loro osservavano e ridacchiavano divertite. Mi fu quindi ordinato di stendermi su una panchetta. La Signora si mise dietro di me, mentre l'amica mi mostrava lo strapon con un sorriso inequivocabile. "Ora ti prenderemo come una vera puttana" disse la Signora. Sentii lo strapon appoggiarsi all'ano ancora semi aperto e farsi strada rapidamente. Contemporaneamente la Miss mi si pose davanti, infilandomi d'autorità il suo in bocca. Mi trovai infilzato da entrambe le parti, senza alcuna possibilità di sottrarmi o di protestare. Stavolta non mi era richiesta alcuna prestazione. Ero un buco doppio in cui entrare e uscire a loro piacimento. Mentre una m'ingozzava fino al limite, provocandomi anche qualche violento colpo di tosse, l'altra mi sfondava dietro, sculacciando le chiappe con forza. Nel frattempo il mio membro, rimpicciolito e impaurito pendeva floscio e inutile assieme alle palle, sopraffatto da quel doppio assalto. In quelle condizioni mi era quasi impossibile seguire i loro discorsi, che erano fatti di risate e parole umilianti, benché sotto l'apparente forma di complimento. Lodavano infatti le mie doti di gran troia, che lo prendeva nel culo e ingoiava. Improvvisamente la Signora lo tirò fuori, ma il loro divertimento era tutt'altro che finito. Molto tranquillamente si diedero infatti il cambio. Ero ormai ben aperto e così la Miss entrò d'un sol colpo, strappandomi un gemito. La Signora mi mise una mano sulla testa e mi fece ingoiare il suo strumento, ordinando di succhiarlo per bene, come fosse un cazzo vero. Ora riuscivo meglio a seguire il suo discorso, che scendeva lento e carezzevole su di me. "Ti piace succhiarmelo, vero troia? Scommetto che ti piacerebbe averne uno vero davanti e uno dietro, come ti meriti, perché tu non servi che a questo, succhiare e prenderlo nel culo, vero, puttana?" Annuii e mentre lo facevo sentivo la verità di quelle parole. Ero veramente una zoccola a cui piaceva essere scopata in quel modo e mi sarei fatta scopare da mille cazzi veri e finti perché desideravo essere sottomessa e obbediente ai voleri della mia Signora, che poteva disporre di me come meglio voleva. Quel pensiero mi accese d'eccitazione e sentii il membro gonfiarsi, mentre il ritmico ingresso dello strapon posteriore mi accendeva dentro. Cominciai a provare un piacere diverso. "Guarda come muove il culo!" rise l'amica. Andarono avanti un pezzo a ridere e commentare il mio godere per quel trattamento, finché la Signora non giudicò che fosse abbastanza. Senza togliere gli strapon si diressero al tavolo per bere e mangiare qualcosa. La Signora m'invitò a seguirle e a inginocchiarmi, mentre mi passava qualche bocconcino. "Mangia cagnetta". Ringraziai e presi quel cibo offerto gentilmente, mentre l'amica mi osservava divertita. "Brava cagnetta" mi accarezzò la testa. "C'è ancora una cosa che devi fare però, prima che togliamo questi". Mi si misero davanti coi due strapon puntati. "Pulisci bene, cagna, con la lingua. Entrambi". Cominciai così a succhiarne uno, ma mi fu ordinato presto di passare al secondo per poi tornare al primo. Mi trovai quindi a prenderli in bocca alternativamente, a leccarli e succhiarli, sempre più vicini, finché la Signora decise di lanciarmi una sfida. "Prendili entrambi." Così, spalancando bene la bocca introdussi entrambe le punte, mentre le due donne scoppiavano in una gran risata. (continua)


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