giovedì 5 maggio 2016

Un’altra cagna al mio servizio! ^_^



La serata era iniziata davvero nel peggiore dei modi. Sapevo che la Padrona non si sarebbe lasciata scappare l'occasione di farmela pagare, ma pensavo, o meglio speravo in un approccio graduale verso quello che immaginavo mi aspettava, ovvero una notte di severe punizioni e cocenti umiliazioni come mi aveva promesso. Aver tuttavia dovuto, baciare le scarpe dei due amici maschi della Padrona mi aveva francamente scosso. Scosso o non scosso dovetti subito tornare in me quando la Padrona mi affidò ad una delle sue amiche affinché mi desse le istruzioni per servire a tavola dove i vari invitati tra cui anche i due Master amici della Padrona avevano iniziato ad accomodarsi.
Trascorsi quella parte della serata portando su e giù dalla cucina alla sala da pranzo le varie portate che poi consegnavo nelle mani di questa o quella Padrona e riprendevo i piatti da riportare in cucina. La Padrona e le sue amiche insieme ai due amici Master chiacchieravano allegramente mentre cenavano. Alcuni dei loro schiavi servivano anche a tavola, mentre altri rimanevano in ginocchio accanto alle proprie Padrone e aprendo la bocca quando queste gli allungavano con le mani un boccone di cibo direttamente dal proprio piatto. Le Padrone oltre a chiacchierare tra di loro si divertivano anche a prenderci in giro.
Verso la fine della cena, l'amica della Padrona che mi aveva preso in carica, mi richiamò in cucina e mi ordinò di dedicarmi al lavaggio dei piatti e a mettere in ordine. Ero un po' geloso degli altri schiavi che bene o male riuscivano a prendere parte al divertimento delle Padrone, anche se in realtà il divertimento era tutto delle Padrone, mentre gli schiavi erano oggetto di quel divertimento. Ciò nonostante, io come gli altri schiavi, eravamo contenti dell'allegria che imperava in quella riunione conviviale e che in un certo senso, sebbene come oggetto di scherno o umiliazione, lieti di donare felicità alle Padrone. Ma questa volta per me non era così. Infatti ero stato escluso in quanto dedito a lavare i piatti, naturalmente a mano, perché come già dettomi in precedenti occasioni gli schiavi non possono usare gli elettrodomestici, che possono essere usati soltanto dalle sissy o, quando occorre,, dalla Padrona.
Sentivo nell'altra stanza le risa delle Padrone, ogni tanto la voce di uno dei due Master, e in continuazione qualche colpo di frusta evidentemente sulla schiena di qualche schiavo. Sì, ero geloso di non poter far parte di quella festa, ma sapevo che mi conveniva eseguire il compito che mi era stato assegnato .
Ad un tratto senti' dietro le mie spalle la voce della mia Padrona che diceva:"fammi un po' vedere cosa stai facendo". Mi giro e subito mi inginocchio di fronte a Lei in segno di sottomissione. "Ecco questa è la tua posizione naturale, vero cagna?" "Certo, padrona", rispondo io di botto, ma non faccio in tempo a finire che mi sento arrivare uno schiaffo sulla guancia e Lei che mi corregge:" Sì Padrona, capito idiota?" e continua "quante volte ti devo dire che voglio sentire soltanto sì Padrona". Soltanto qualche secondo di silenzio e subito aggiunge con tono di comando "seguimi, cagna". Quando mi chiama cagna, so che non vuole che mi rialzi e perciò la seguo a quattro zampe. Mi sento ridicolo ad entrare nella sala dove ci sono tutti gli invitati, padrone, master, schiavi e schiave, chi a chiacchierare, chi a giocare con il proprio schiavo e chi a fumare una sigaretta. E' piuttosto imbarazzante ritrovarmi a quattro zampe, ma per fortuna mi accorgo che soltanto qualche schiavo e forse una delle amiche della Padrona mi notano. Scorgo invece uno dei Master amici della mia Padrona che si avvicina verso di lei e le sussurra "Ah, è questa la cagna di cui mi parlavi?" e giù un risolino, mentre la mia Padrona risponde "vedi, come ti dicevo, è una vera cagna e credo che sia in calore" e aggiunge ridendo "perché non glielo chiedi?".
Io non ce la faccio più a sentire quel dialogo. Mi sta umiliando pesantemente e vorrei alzarmi in piedi e scappare via. Descrivermi come cagna in calore ad uno sconosciuto è già un pugno nello stomaco, ma poi invitarlo a chiedere a me se lo sono lo trovo demenziale. Mi rendo conto che più che demenziale è la sua vena sadica che si sta sfogando senza più freni. Lei si diverte ad umiliarmi e a vedermi così a disagio. In fondo però lei sa che sono stato io a confessarle la mia propensione all'umiliazione e che quanto più lo fa, tanto più mi sento stringere le catene della sottomissione, ovvero il mio desiderio di sottomissione diventa sempre più forte. Ma penso che quello che sta facendo è troppo anche per me e non ci voglio stare. Mi alzo in piedi e le dico "No, Signora, no. Questo no, non me la sento, mi scusi, Me ne devo andare".
Lei mi guarda tra il sorpreso e l'irritato. Mi fissa negli occhi, che io avevo alzato per guardarla in viso (come non mi era permesso), sicuro che per me finiva lì quel gioco. Ma il suo sguardo, come sempre, aveva qualcosa di speciale, di magnetico, la mia sicurezza tentennava. Lei nota ogni minimo dettaglio e capi' che mi ha di nuovo in pugno, Fa partire la sua mano che si stampa sulla mia guancia. E' uno schiaffo forte. Sento il bruciore...In quel momento so che devo ripetere ora basta; che per me è finita, che non voglio più giocare. Ma lo dovrei dire subito. So che sono libero di andarmene se voglio, eppure tentenno ancora. A questo punto,...
Il seguito alla prossima puntata ^_^

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