I primi pa$$i della mia $i$$yna!
Rantolai
e guaii mentre il vibratore si scuoteva dentro di me gonfio, ma Lei rimase
straordinariamente tranquilla andando avanti col Suo discorso, mentre io gemevo
in ginocchio incapace di frenare quel lamento. Si allungò dietro il divano,
prese qualcosa e la diede in mano alla Sua ospite... erano due mollette,
attaccate ad uno spago, che dopo pochi istanti finirono attaccate ai miei
capezzoli... Stringevano considerevolmente, avevano la punta rivestita di gomma
e faceva molta presa. Con un cordino a testa eravate lì a giocare tirandolo a
tempi alterni, facendomi gemere e contorcere ancora di più. Il ritmo dei Vostri
movimenti si alternava a momenti di quiete quando portavate avanti il Vostro
discorso, con in sottofondo il mio mugolare lamentoso. Adesso anche il Suo
piede premeva contro i miei genitali, con fermezza ed intensità, premendo più
forte nello stesso istante in cui tirava il cordino. Si avvicinò alla Sua
compagna di conversazione e Le sussurrò qualcosa all'orecchio, ricevendo in
risposta un cenno di consenso ed una risata. Ella si girò verso di me e
sorridendo disse:
- mi
sa che sei in calore come poche volte... vero puttana?
Non
capii se fosse una domanda alla quale dovessi rispondere, e non ne ebbi troppo
tempo. Un istante dopo aver fatto la domanda percepii i Vostri piedi premere
più intensamente e subito i due cordini furono tirati così intensamente da
strappare via le mollette dalla loro sede, provocandomi un gemito di dolore che
tuttavia fu ignorato, in favore della contrazione che questo aveva provocato
dei muscoli del ventre, e dell'ano. Le lacrime scorrevano dagli occhi lungo le
guance e sentivo bruciare da morire i capezzoli.
-
Povera piccolina – la Sua voce sensibilmente divertita e ricolma di sarcasmo
- A
me non sembra povera... guardala come gode!
- Te
l'ho detto che è una grandissima troia!
Non
riuscivo ad aprire gli occhi, incollati dalle lacrime e dal mascara che
iniziavo a sentire pesante. Riuscii a vedere un'altro flash scattare, e un
altro ancora. La Sua amica scavò nella Sua borsa qualche istante e poi si
avvicinò al mio viso. Aveva in mano un rossetto rosso, lo impugnò a mo' di matita
e scarabocchiò qualcosa sulla mia fronte. Si allontanò sorridendo e fissandomi
Le disse
-
Facciamolo sapere!
Risate
da entrambe fecero quasi arrestare il mio cuore, quando altre foto vennero
scattate, e stavolta fu Lei a girare il telefono e mostrarmi lo scatto a pieno
viso, rigato dalle lacrime e matita sciolta, e con la scritta “troia” sulla
fronte.
- E
ora, facciamone ciò che si fa con le puttane.
La
vidi alzarsi, e mi fece alzare. Camminavo a fatica, incespicando, mentre il
plug mi rendeva impossibile muovermi. Mi appoggiò contro una poltrona, di nuovo
in ginocchio a ridosso del bracciolo. Sgonfiò il plug e assieme a questo era
come si sgonfiasse anche tutta la tensione dei muscoli. Respiravo
affannosamente ma almeno non c'era più quel plug vibrante dentro, e poco dopo
non c'era proprio più. La Sua amica si mise seduta accanto, potendomi ammirare
di profilo sul bracciolo, con le mani sempre dietro la schiena. Aveva in mano
il Suo telefono, stava riprendendo... girai il viso verso lo schienale per
nascondermi, ma una sculacciata seguita dall'ordine di guardare nell'obiettivo
mi fece girare di nuovo. Non vedevo dietro di me, ma La sentivo muoversi, e
dopo qualche istante ci fu un nuovo cambio di posizioni... mi slegò le mani da
dietro la schiena, e le fece legare davanti alla Sua amica e improvvisata
regista. Mi spinse a quattro zampe per terra, e la ripresa era fatta a pieno
volto a forse un metro da me.
-
Ora guardami negli occhi e non ti girare per nessun motivo!
La
regista aveva un sorriso ricolmo di malizia dipinto, era quasi ipnotico, mentre
di colpo potetti sentire un oggetto appoggiarsi nuovamente all'ingresso del mio
posteriore, e di lì a subito iniziò ad entrare senza arrestarsi. Aprii la bocca
ed emisi un gemito lungo ed intenso mentre sentivo il Suo corpo adagiarsi al
mio, penetrata in profondità da Lei. Le Sue mani si appoggiarono ai miei
fianchi, uscì di qualche centimetro da dentro di me, e con un secco colpo di
reni rientrò dentro, aiutandosi con le mani per assicurare l'affondo. Guaii
nuovamente ed intensamente, mentre quel movimento si ripeteva ancora, e ancora
e ancora, finchè non iniziò anche a sculacciarmi mentre mi possedeva in quel
modo intenso.
Continuò
a sbattermi mentre la ripresa continuava incessante, e io non accennavo a
smettere di guaire e gemere.
-
Certo che questo spettacolo mi ha fatto venire un po' di voglia sai? - la Sua
amica disse con una punta di tremolio nella voce.
- Se
vuoi l'astuccio dell'altro giorno è li sul tavolino! - rispose Lei, fermandosi
solo per il tempo necessario a dare quell'informazione.
La
Sua ospite si alzò, lasciò il telefono sul tavolo e prese l'astuccio, aprendolo
e tornando verso di me. Lei mi fece alzare, tenendomi sollevata in un abbraccio
mentre lo strapon era ancora tutto dentro di me, e la Sua amica mi infilò gli
anelli e la gabbietta e infine sopra due preservativi. Con tutta la calma del
mondo si spostò sul divano, si sedette comodamente e divaricò leggermente le
gambe, mostrandosi in tutta la sua intimità. Fu Lei a spingermi oltre e
direzionarmi verso la donna sul divano, alla quale diede anche il guinzaglio
grazie al quale mi guidò il viso verso la sua lussuria. Appena sfiorai le sue
labbra e iniziai a leccare anche Lei tornò a darmi colpi di reni nuovamente,
facendomi gemere intensamente mentre cercavo di dare piacere all'altra signora.
Sentivo il corpo tendersi e muoversi al suono della mia lingua, mentre guaivo
ad ogni colpo che mi dava Lei da dietro. Dopo diversi minuti mi sollevò il
viso, si abbassò ulteriormente sul divano, mentre Lei mi accompagnava in
prossimità del bordo del divano. Mi chinò leggermente in avanti, le mani legate
al collare in modo che non potessi abbassarle... la Sua amica prese il mio
sesso e vi si penetrò con uno sguardo lussurioso e poco dopo fu Lei a spingermi
dentro ulteriormente. Il piacere di quel gesto fu sommerso dalla sofferenza
causata dagli anelli, che stringevano il membro rigonfio di sangue.
I
momenti successivi si mescolarono confusamente, ad ogni colpo che mi dava Lei
io mi trovavo a penetrare la Sua ospite, potendo vedere l'effetto che faceva su
di lei, ma senza riuscire ad avere la pace dei sensi per poterlo chiamare
piacere godereccio. Piangevo e mugolavo mentre le due donne che mi tormentavano
respiravano piacere e benessere. E quando colei che era sul divano fu sul punto
di venire, un secco colpo da parte Sua da dietro mi fece rimanere completamente
dentro, sentendo i muscoli della donna contrarsi di piacere attorno a me.
Tirò
fuori lo strap da dentro di me, causandomi un sussulto, e successivamente mi
tirò indietro e fece cadere per terra, esanime e tremante, dolorante e in
lacrime. Ero sfinita, a pezzi, e mi faceva male tutto il ventre. La sentii
sedersi sul divano, ridere e parlare di qualcosa, ma non riuscivo a sentire
altro se non il mio stesso battito interrotto da qualche singhiozzo. Si alzò e
si diresse verso di me, mi girò sulla schiena... ancora tremavo, non riuscivo a
smettere. La sentii toccarmi e sfilarmi il preservativo...
-
guarda quanto si è bagnata questa puttana...
Prese
il preservativo e me lo buttò in viso... non avevo nemmeno la forza di girarmi
per farlo cadere, mentre mi sovrastavate in piedi ... per fotografare anche
quell'ultima posa... mentre sentivo le lacrime mescolarsi agli umori che
fluivano sul viso.