mercoledì 28 ottobre 2015

SISSYNA Ultima parte ^_^





 I primi pa$$i della mia $i$$yna!


Rantolai e guaii mentre il vibratore si scuoteva dentro di me gonfio, ma Lei rimase straordinariamente tranquilla andando avanti col Suo discorso, mentre io gemevo in ginocchio incapace di frenare quel lamento. Si allungò dietro il divano, prese qualcosa e la diede in mano alla Sua ospite... erano due mollette, attaccate ad uno spago, che dopo pochi istanti finirono attaccate ai miei capezzoli... Stringevano considerevolmente, avevano la punta rivestita di gomma e faceva molta presa. Con un cordino a testa eravate lì a giocare tirandolo a tempi alterni, facendomi gemere e contorcere ancora di più. Il ritmo dei Vostri movimenti si alternava a momenti di quiete quando portavate avanti il Vostro discorso, con in sottofondo il mio mugolare lamentoso. Adesso anche il Suo piede premeva contro i miei genitali, con fermezza ed intensità, premendo più forte nello stesso istante in cui tirava il cordino. Si avvicinò alla Sua compagna di conversazione e Le sussurrò qualcosa all'orecchio, ricevendo in risposta un cenno di consenso ed una risata. Ella si girò verso di me e sorridendo disse:



- mi sa che sei in calore come poche volte... vero puttana?



Non capii se fosse una domanda alla quale dovessi rispondere, e non ne ebbi troppo tempo. Un istante dopo aver fatto la domanda percepii i Vostri piedi premere più intensamente e subito i due cordini furono tirati così intensamente da strappare via le mollette dalla loro sede, provocandomi un gemito di dolore che tuttavia fu ignorato, in favore della contrazione che questo aveva provocato dei muscoli del ventre, e dell'ano. Le lacrime scorrevano dagli occhi lungo le guance e sentivo bruciare da morire i capezzoli.



- Povera piccolina – la Sua voce sensibilmente divertita e ricolma di sarcasmo

- A me non sembra povera... guardala come gode!

- Te l'ho detto che è una grandissima troia!



Non riuscivo ad aprire gli occhi, incollati dalle lacrime e dal mascara che iniziavo a sentire pesante. Riuscii a vedere un'altro flash scattare, e un altro ancora. La Sua amica scavò nella Sua borsa qualche istante e poi si avvicinò al mio viso. Aveva in mano un rossetto rosso, lo impugnò a mo' di matita e scarabocchiò qualcosa sulla mia fronte. Si allontanò sorridendo e fissandomi Le disse



- Facciamolo sapere!



Risate da entrambe fecero quasi arrestare il mio cuore, quando altre foto vennero scattate, e stavolta fu Lei a girare il telefono e mostrarmi lo scatto a pieno viso, rigato dalle lacrime e matita sciolta, e con la scritta “troia” sulla fronte.



- E ora, facciamone ciò che si fa con le puttane.



La vidi alzarsi, e mi fece alzare. Camminavo a fatica, incespicando, mentre il plug mi rendeva impossibile muovermi. Mi appoggiò contro una poltrona, di nuovo in ginocchio a ridosso del bracciolo. Sgonfiò il plug e assieme a questo era come si sgonfiasse anche tutta la tensione dei muscoli. Respiravo affannosamente ma almeno non c'era più quel plug vibrante dentro, e poco dopo non c'era proprio più. La Sua amica si mise seduta accanto, potendomi ammirare di profilo sul bracciolo, con le mani sempre dietro la schiena. Aveva in mano il Suo telefono, stava riprendendo... girai il viso verso lo schienale per nascondermi, ma una sculacciata seguita dall'ordine di guardare nell'obiettivo mi fece girare di nuovo. Non vedevo dietro di me, ma La sentivo muoversi, e dopo qualche istante ci fu un nuovo cambio di posizioni... mi slegò le mani da dietro la schiena, e le fece legare davanti alla Sua amica e improvvisata regista. Mi spinse a quattro zampe per terra, e la ripresa era fatta a pieno volto a forse un metro da me.



- Ora guardami negli occhi e non ti girare per nessun motivo!



La regista aveva un sorriso ricolmo di malizia dipinto, era quasi ipnotico, mentre di colpo potetti sentire un oggetto appoggiarsi nuovamente all'ingresso del mio posteriore, e di lì a subito iniziò ad entrare senza arrestarsi. Aprii la bocca ed emisi un gemito lungo ed intenso mentre sentivo il Suo corpo adagiarsi al mio, penetrata in profondità da Lei. Le Sue mani si appoggiarono ai miei fianchi, uscì di qualche centimetro da dentro di me, e con un secco colpo di reni rientrò dentro, aiutandosi con le mani per assicurare l'affondo. Guaii nuovamente ed intensamente, mentre quel movimento si ripeteva ancora, e ancora e ancora, finchè non iniziò anche a sculacciarmi mentre mi possedeva in quel modo intenso.



Continuò a sbattermi mentre la ripresa continuava incessante, e io non accennavo a smettere di guaire e gemere.



- Certo che questo spettacolo mi ha fatto venire un po' di voglia sai? - la Sua amica disse con una punta di tremolio nella voce.

- Se vuoi l'astuccio dell'altro giorno è li sul tavolino! - rispose Lei, fermandosi solo per il tempo necessario a dare quell'informazione.



La Sua ospite si alzò, lasciò il telefono sul tavolo e prese l'astuccio, aprendolo e tornando verso di me. Lei mi fece alzare, tenendomi sollevata in un abbraccio mentre lo strapon era ancora tutto dentro di me, e la Sua amica mi infilò gli anelli e la gabbietta e infine sopra due preservativi. Con tutta la calma del mondo si spostò sul divano, si sedette comodamente e divaricò leggermente le gambe, mostrandosi in tutta la sua intimità. Fu Lei a spingermi oltre e direzionarmi verso la donna sul divano, alla quale diede anche il guinzaglio grazie al quale mi guidò il viso verso la sua lussuria. Appena sfiorai le sue labbra e iniziai a leccare anche Lei tornò a darmi colpi di reni nuovamente, facendomi gemere intensamente mentre cercavo di dare piacere all'altra signora. Sentivo il corpo tendersi e muoversi al suono della mia lingua, mentre guaivo ad ogni colpo che mi dava Lei da dietro. Dopo diversi minuti mi sollevò il viso, si abbassò ulteriormente sul divano, mentre Lei mi accompagnava in prossimità del bordo del divano. Mi chinò leggermente in avanti, le mani legate al collare in modo che non potessi abbassarle... la Sua amica prese il mio sesso e vi si penetrò con uno sguardo lussurioso e poco dopo fu Lei a spingermi dentro ulteriormente. Il piacere di quel gesto fu sommerso dalla sofferenza causata dagli anelli, che stringevano il membro rigonfio di sangue.



I momenti successivi si mescolarono confusamente, ad ogni colpo che mi dava Lei io mi trovavo a penetrare la Sua ospite, potendo vedere l'effetto che faceva su di lei, ma senza riuscire ad avere la pace dei sensi per poterlo chiamare piacere godereccio. Piangevo e mugolavo mentre le due donne che mi tormentavano respiravano piacere e benessere. E quando colei che era sul divano fu sul punto di venire, un secco colpo da parte Sua da dietro mi fece rimanere completamente dentro, sentendo i muscoli della donna contrarsi di piacere attorno a me.



Tirò fuori lo strap da dentro di me, causandomi un sussulto, e successivamente mi tirò indietro e fece cadere per terra, esanime e tremante, dolorante e in lacrime. Ero sfinita, a pezzi, e mi faceva male tutto il ventre. La sentii sedersi sul divano, ridere e parlare di qualcosa, ma non riuscivo a sentire altro se non il mio stesso battito interrotto da qualche singhiozzo. Si alzò e si diresse verso di me, mi girò sulla schiena... ancora tremavo, non riuscivo a smettere. La sentii toccarmi e sfilarmi il preservativo...



- guarda quanto si è bagnata questa puttana...



Prese il preservativo e me lo buttò in viso... non avevo nemmeno la forza di girarmi per farlo cadere, mentre mi sovrastavate in piedi ... per fotografare anche quell'ultima posa... mentre sentivo le lacrime mescolarsi agli umori che fluivano sul viso.



sabato 17 ottobre 2015

AI MIEI PIEDI

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venerdì 9 ottobre 2015

I PRIMI PASSI DELLA SISSYNA 3



 I primi pa$$i della mia $i$$yna! 
parte 3

La cena proseguì ancora, tra cambi di canale e scherzi sul mio stato, foto, apprezzamenti e carezze. Tremavo, non avevo più forze, lacrime scendevano dagli occhi copiosamente per l'intensità e la sofferenza di quegli istanti. Il telecomando “mi spense” ma non cambiò il fatto che io sentissi il corpo tremare in continuazione. La pompettà si sgonfiò dentro di me, facendomi sospirare mentre mi toglievate anche le bacchette.


- Tanto la sua lingua serve solo a una cosa, visto che non parla molto questa puttana! - le Sue parole furono decisamente d'effetto e mi fecero passare un brivido lungo la schiena.

- E che ci frega, tanto le puttane mica devono parlare no?



Risate.. curioso come malgrado quelle risate e quel profondo senso di umiliazione, in realtà io mi sentissi bene... del resto come non farlo se le risate erano derivanti dal Suo piacere e divertimento.



- Le diamo da mangiare? Poi ci accomodiamo un po' sul divano! - chiese alla Sua ospite.

- Cosa mangia?

- Oggi è a dieta... yogurt bianco!



Non ebbi nemmeno la forza di domandarmi nulla. Mi ordinò di alzarmi, la coppetta di yogurt sul tavolo, aperta e accanto un cucchiaino. Iniziai a tremare quando le vostre sedie si misero accanto a me, davanti per l'esattezza.



La Sua mano mi afferrò per i genitali, accompagnati da un guaito e sospiro... sentivo la lingua intorbidita e dolorante. L'altra mano spinse il plug, facendomi sussultare e guaire di nuovo. Lo pompò nuovamente, le ginocchia tremarono... una, due... tre... quattro... cinque... sei...i guaiti non smettevano anzi... sette, otto... lo sentivo premere e spremere dentro. La Sua amica era accanto a Lei, gambe incrociate ad osservare da vicino e guardarmi negli occhi, curiosa e divertita. Io volevo scappare e nascondermi nel luogo più angusto del pianeta.



Sentii la Sua mano iniziare ad accarezzarmi mentre agitava il plug dentro di me... mugolii uscivano dalle mie labbra mentre cercavo di trattenermi e resistere.



- Prendi lo yogurt cara, che ora mungiamo la vacca!



Ancora lacrime dagli occhi, non volevo pensarci, volevo riuscire a controllare quel momento come non mai. Non volevo perdere il controllo. Ma il plug esercitava troppa pressione e sentii i miei umori iniziare a fluire copiosi, accumulati da ore dentro di me, spremersi fuori senza possibilità di arrestarsi.



Quando sentii il plug sgonfiarsi la Sua voce mi invitò a sedermi. Eravate entrambe davanti a me, la Sua amica aveva il gomito sul ginocchio e il mento appoggiato sul palmo della mano e mi fissava incessantemente mentre Lei girava lo yogurt.



- Apri la bocca



Un cucchiaino di yogurt misto ai miei umori mi riempì la bocca.



- Gustalo, tienilo in bocca, e poi ingoia.



Chiusi gli occhi, sentii altre lacrime scorrere mentre eseguivo. Deglutii con un visibile sussulto.



- Brava! Ancora!



Stavolta ci fu anche un altro colpo di flash che accompagnò prima il cucchiaino che si avvicinava, e poi il momento in cui deglutii. Ci fu un po' di silenzio, raccolsi le forze per aprire gli occhi e guardare davanti a me... forse era finita? Tutt'altro mi ritrovai a vedere che nel frattempo ai miei umori nello yogurt iniziava a mischiarsi anche la vostra saliva, mentre sputavate nello yogurt, prima che venisse girato e nuovamente avvicinato alle mie labbra.



- Mangia, troia!



Guaii, presi in bocca quella cucchiaiata e cominciai a sentire il sapore leggermente alterato. Ci furono altre occhiate, cucchiaiate e foto mentre finivo il barattolino.



- Bene... munta l'abbiamo munta, mangiare ha mangiato... ora ci rilassiamo un po'!



E dopo averlo detto ha accompagnato la Sua ospite sul divano, buttato un cuscino per terra, per poi tornare a prendermi e portarmi davanti al divano, facendomi inginocchiare sul cuscino. Non riuscivo ad alzare gli occhi, mi vergognavo in maniera oltremodo insopportabile. Tremavo, continuavo a respirare affannosamente e lentamente, incapace di pensare. Volevo nascondermi, lo volevo tanto, ma ero lì, accanto a Lei, e solo la Sua presenza bastava per trattenermi sul posto e rendermi impossibile la fuga... renderla non necessaria almeno. Ero lì, davanti a Lei e la Sua ospite, mentre parlavate... non so nemmeno di cosa... il sangue pompava così intensamente nelle orecchie che non sentivo nemmeno cosa steste dicendo... la vergogna ed umiliazione mi aveva privato di qualsiasi senso che mi permettesse di capire chi fossi o dove fossi così come lo percepivo qualche ora prima. Ero a qualche centimetro dal divano, potevo sentire il calore dei Suoi piedi scalzi attraverso la calza sulla coscia. La Sua ospite si stava rilassando con un bicchiere di vino in mano, e mentre parlava con Lei di qualcosa che non riuscivo a sentire, si tolse le scarpe e appoggiò anche lei i piedi sulla mia coscia, facendo tuttavia correre un piede sui miei genitali, stuzzicandoli e risvegliando di nuovo la sensibilità. Guardai i Suoi occhi, sperando che mi vedesse, la gola completamente strozzata, e Lei mi guardò fugacemente, incrociò il mio sguardo ma subito tornò con l'attenzione alla conversazione. Era chiaro che non fosse assolutamente preoccupata dal fatto che fossi nuovamente stuzzicata dalla Sua amica. Dopo qualche minuto il Suo sguardo incrociò nuovamente il mio, sentivo i miei occhi socchiudersi per l'intensità di quel gesto col piede, e notai che si chinava verso di me. Tirò leggermente in avanti il guinzaglio, facendomi chinare in avanti, e si allungò dietro di me... scoprendo che lo faceva per gonfiare nuovamente quel plug e accenderlo alla massima velocità.
 CONTINUA...
 

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