sabato 17 giugno 2017

L'amica, parte 3

 Ero sdraiato sulla panca, con una benda stretta sugli occhi, che mi precludeva la vista di qualsiasi cosa. Avevo capito, più o meno, cosa sarebbe accaduto, ma il controllo della situazione era totalmente fuori dalla mia volontà. Potevo solo restarmene disteso, col membro eretto in attesa di ciò che avrebbe deciso la Signora. La sentivo parlare e ridere sottovoce con l'amica da qualche parte nella stanza. Quando furono pronte si avvicinarono alla panca. "Bene, troia" disse la Signora. "Ora ti metteremo alla prova. Darai piacere alla mia amica come più le aggraderà. Siccome sei solo una cagna, non ti è consentito vederla nuda, quindi dovrai fare tutto a occhi bendati. Io sarò qui attorno e se ti vedrò battere la fiacca provvederò a incoraggiarti con questo." Sentii il bruciante colpo di un frustino sui genitali. Subito dopo qualcuno salì sulla panca. Delle gambe mi sfiorarono la testa e le spalle. Avvertii l'odore di donna un istante prima che la mia bocca fosse baciata dalle intime labbra della Miss. Mi diedi immediatamente da fare per trovare la radice del suo piacere con la lingua, mentre lei a sua volta si muoveva per trovare la posizione più comoda ed efficace. Mi prese la testa tra le mani e se la tirò vicina dirigendomi per aumentare il piacere. In quella posizione non potevo far altro che far andare la lingua e leccare. Questo del resto era ciò che desiderava la donna che mi stava sopra. Talora si alzava un poco per darmi modo di usarla di punta. Poi si abbassava sedendosi sulla faccia, facendosi penetrare il più possibile. I suoi gemiti mi indicavano se stavo facendo giusto. Talora mi incitava con frasi concitate. "Di più, di più, zoccola" gemeva. E allora immancabilmente il frustino manovrato dalla Signora si abbatteva sul mio membro per spronarmi. Ad un certo punto decise di girarsi. Lentamente si sollevò, tornando a posarsi su di me per ricercare il piacere che si stava prendendo. Non contenta, mi prese i capezzoli tra le dita e prese a strizzarli, facendomi gemere di dolore. Sentii le sue mani scivolare verso il basso e una mi afferrò il membro eretto. Era una posizione che avrebbe consentito un 69 e la mia radice prese a pulsare di desiderio. "Guarda come gli tira" rise la Signora. "Scommetto che vorresti un pompino, vero brutta troia?" Una serie di frustate mi colpirono le piante dei piedi. Compresi che quella stretta era solo un modo per manifestare il loro dominio su di me, acuendo il desiderio e frustrandolo. Ero solo un giocattolo che la mia Signora stava prestando all'amica, come una sorta di vibratore di carne il cui unico scopo era dare piacere. M'impegnai ancora di più con la lingua, penetrando il più possibile nella vulva per poi tornare a solleticare la clitoride. Sentivo le gambe della Miss vibrare di eccitazione mentre mi chiedeva sempre di più, usando di me senza ritegno. Non avevo idea se fosse la prima volta che usufruiva di un servizio di questo genere, che stava peraltro gradendo molto, a giudicare dagli umori con cui mi inondava. Approfittava del mio essere a sua completa disposizione per usarmi come una vera troia, a cui si chiede solo di dare piacere senza che del suo importi a nessuno. Mi prese le mani e le portò sulle sue natiche. "Non stare lì ferma con quelle mani, zoccola" intimò la Signora. Lo feci immediatamente, cercando di aumentare il piacere accarezzandola. Cominciò a gemere e mi mise la mano sotto il mento per tirarmi il più vicino possibile. Poco dopo la sentii contrarsi e ansimare in preda all'orgasmo. Mi fermai, temendo potesse darle fastidio, ma la mia dominatrice aveva un'altra idea. Cambiò posizione accoccolandosi sopra di me. "Leccami il culo" intimò appoggiandolo sulla mia bocca. Ricominciai a leccare, mentre lei provvedeva a toccarsi davanti con le mani. Ormai obbedivo a qualsiasi ordine mi venisse dato, consapevole del mio ruolo, che peraltro mi era ricordato in ogni istante dal cuneo ancora ben conficcato in profondità nel mio ano. Umiliazione e sottomissione stavano diventando il mio status abituale e mi rendevo conto di aver imboccato una discesa dove non era più possibile fermarsi. Né del resto era mio desiderio farlo. La Signora rideva divertita osservando il suo trionfo. Dopo pochi minuti la Miss ebbe un nuovo orgasmo, che stavolta sembrò soddisfarla completamente. "Sei proprio una gran zoccola!" disse scendendo. "Non hai ancora visto quanto" rise la Signora. Compresi che l'incontro sarebbe stato ancora lungo. (continua)


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