giovedì 23 aprile 2015

VIAGGIANDO IN MACCHINA

        Viaggiando in macchina

In macchina mi fece sedere sul sedile posteriore, sebbene dovessimo andare da soli da qualche parte non obiettai e mi ci sedetti…  stavolta però mi legò le mani dietro la schiena e le bloccò contro il sedile e poi allacciò la cintura di sicurezza… contrariamente a quanto potessi mai sopportare, ora che non potevo muovermi, mi infilò sulla testa una parrucca, orecchini e rossetto… mi aveva promesso che non sarebbe mai successo che io andassi in giro in quel modo col rischio che qualcuno potesse vedermi, ma non so perchè lo abbia fatto… ero immobile, non potevo in nessun modo nemmeno togliermi nulla, intanto il cuore era prossimo all’infarto… girammo per una quindicina di minuti, durante i quali cercavo di nascondermi chinandomi, ma le mani dietro la schiena rendevano la cosa impossibile. Ci fermammo in una zona non esattamente appartata quando salì davanti qualcuno… a questo punto il cuore si era fermato completamente, volevo scomparire seduta stante dal mondo… era troppo… Vi salutate e subito Lei mi presenta… “lei è la troia di cui ti parlavo… e probabilmente adesso non riesce a parlare perchè si vergogna”… ridete, la Sua amica mi saluta e io riesco solo a fissare paralizzata in avanti… la Sua amica è ancora girata e riesce a dire “è caruccia! Fammi andare accanto a vederla da vicino!”… e cambia di posto…
Si siede accanto a me, chiude la portiera e mi si avvicina… respiro a malapena mentre il cuore pompa come se dovesse farmi correre la maratona di Boston…non avevo per quale motivo mi avesse fatto indossare una felpa sopra il corsetto che comprammo assieme, ma di lì a poco mi divenne abbastanza chiaro… mi aprì la felpa e scoprì il corsetto… “ma guarda che hai fatto un bellissimo lavoro” Le dice sorridendo, decisamente divertita… “e sotto?”… mentre la Sua mano si sposta in basso verso le mie parti intime… Le rispose sorridendo e con una naturalezza che riesce ad uccidermi con due sole parole… “se fosse un uomo, sarebbe anche ben dotato… peccato che sia una vacca!” entrambe ridete mentre la mano della Sua amica non smette di muoversi risvegliando le parti più intime avvolte in un paio di collant a vita alta facendomi iniziare ad annaspare… non smette finchè non è completamente sveglio, prima di smettere e dire… “però… che spreco!” e sorride, prima di scendere nuovamente dalla macchina e rimettersi sul sedile davanti… lasciandomi con la felpa aperta e i pantaloni slacciati con i collant in piena vista… provo a balbettare qualcosa nell’intento di chiedere se potevate richiudermi almeno la felpa, ma nulla di fatto… la Vostra naturalezza nel lasciarmi lì contrasta infinitamente con la mia vergogna e il mio bisogno di potermi ricomporre, e magari nascondermi due metri sotto terra…
In un momento la conversazione ritorna sulla mia persona, forse perchè avevo trovato un modo per acquietarmi e cercare di dare meno nell’occhio possibile.. così il cuore ritorna a correre come una locomotiva a carbone, mancherebbe solo il vapore che sfoga dalle orecchie per il caldo che provo… ancora qualche apprezzamento sulla Sua capacità di riuscire a mettermi sotto i Suoi piedi con la sola presenza o con il solo sguardo… la Sua voce mi trafisse come un giavellotto che piove dal cielo… “pensa che stava in castità per mesi anche quando era con la moglie…”… l’ironia misto a stupore inondavano la mia umiliazione più totale… “… e alla fine le ho proibito di godere.” si girò verso di me sorridente, con un sorriso divertito e compiaciuto che mi fece diventare credo viola in viso… “la vacca viene munta, ma non gode come gli uomini. Può godere solo come una troia!”… I battiti diventano pugni mentre quelle parole vengono pronunciate… ma a rincarare la dose arriva la voce della Sua amica… “beh dai, però peccato non usarlo!”… a questo punto ho perso completamente il senso di spazio e tempo, e mi ritrovo a cadere senza poter cadere… le gambe tremano, sento la mente staccarsi completamente dal corpo, strizzata fuori come il succo da un’arancia contro uno spremiagrumi… “e chi dice che non si può usare? Basta non farla godere! Se no che troia è?!” la risata si propaga nella macchina, silenziosa, ma nella mia testa fragorosa come un fulmine che cade accanto al piede… “guarda che se vuoi farci un giro, basta dirlo”… la Sua amica si morde il labbro inferiore guardandomi annaspare… o forse non resipro nemmeno più, poi si gira maliziosamente verso di Lei… “si può?”… Lei armeggia un po’ nella borsa, e tira fuori un astuccio fucsia… “mettile questi, e divertiti!”… di nuovo scende dalla macchina, la vedo con la coda dell’occhio aprire l’astuccio, gira attorno alla macchina e si siede… “sei diabolica!” e sorride… si gira verso di me, e senza curarsi troppo della mia espressione completamente scioccata e paralizzata abbassa i collant… mi prende in mano, troppo agitata per essere agitata… infila alla base un anello di silicone, che riconosco… è una specie di gabbietta che stringe alla base i genitali, e più l’eccitazione è intensa, maggiore è la stretta… la sento stringere bene, per poi accarezzarmi… l’eccitazione inizia a diventare incontrollabile, sento gli anelli stringere alla base… mentre arriva il secondo giocattolo, una gabbietta sempre in silicone che mi infila fino alla base… morbida, ma fa il suo lavoro di stringere negando l’orgasmo, e prolungando la sopportazione, per non parlare dell’intento di dare maggiore piacere al partner… terzo ingrediente… un anello, in metallo da mettere alla base della punta… e questo lo conosco…mantiene una certa stretta attorno all’organo, bloccando la sua forma e posizione, ma soprattutto causando un certo dolore quando è troppo sollecitato… alla fine su tutto… uno… poi due preservativi… io tremo sul sedile, incapace di muovermi e di scappare… e poi scappare dove, con quei vestiti… perchè nel frattempo la felpa era sparita nel baule, quindi non potevo nemmeno più coprirmi… la cintura di sicurezza si slaccia, e la portiera si apre… l’aria fresca dell’esterno mi fa sentire come se stessi per svenire mentre davanti a me c’è la Sua amica… “dai su cagna.. lecca un po’…”… mi avvicino e obbedisco, leccando l’intimo della Sua amica stando in ginocchio davanti a lei, mentre sento Lei passarmi dietro e mettermi il collare al collo e attacarci subito un guinzaglio… dopo pochi istanti mi allontana la testa e mi costringe di nuovo a sedermi sul sedile… si siede sopra di me e lentamente mi si siede sopra… penetrandosi lentamente mentre il mio respiro viene meno a causa del dolore che inizia a farsi sentire a causa dei vari anelli… la sento sorpirare mentre inizia a muoversi su e giù prendendosi quel momento tutto per se, mentre i miei occhi si chiudono per sopportare in silenzio quel crescente dolore che diventa sempre più forte e pulsante… i movimenti continuano e il respiro della Sua amica incrementano… una mano mi prende il viso e mi costringe ad aprire gli occhi per ritrovarmi i suoi occhi dritti su di me ricolmi di lussuria… “non è che stai godendo, vero troia?”… i muscoli si contraggono intensamente e una vampata di sangue affluisce al mio sesso, facendomi mugolare sommessamente, ma evidentemente percepito dalla donna che mi stava sopra… che inizia a pizzicarmi anche i capezzoli mentre continua a montarmi, mentre io continuo a contenere i guaiti strozzandoli in gola… ma non dura molto, quando la lussuria pervade la Donna che mi tira uno schiaffo sonoro dicendo “fatti sentire, fai sentire come ti piace, cagna!”… ancora una contrazione, quasi un crampo, mentre un profondo e lungo guaito esce  dalle mie labbra… mentre lentamente la Donna raggiunge l’orgasmo e si ferma su di me… il suo sguardo è sorridente ed appagato, con la sua mano sinistra mi costringe a guardare alla mia sinistra… “sorridi!”… C’è Lei sulla porta, con un telefono in mano, che riprende quella scena… la Sua amica si avvicina al mio viso, mi da un bacio sulla guancia e sussurra all’orecchio “indovina di chi sei la troia?” si solleva su di me, lasciandomi fissare l’obiettivo del telefono e il Suo viso sorridente, mentre sento cadere un goccione di saliva sull’occhio… la Sua amica mi ha sputato sul viso prima di alzarsi… mi spostò quanto basta per accomodarmi di nuovo sul sedile dietro quello del passeggero, mentre si è seduta per parlare con Lei, mentre Vi fumate una sigaretta… mentre lacrime e la saliva della Sua amica mi scorrono lungo le guance, e il cuore batte come un forsennato per la ripresa telefonica…
Vi risiedete davanti in macchina, lasciandomi lì in quello stato ancora, senza nemmeno troppo curarvi del mio stato d’animo… la Sua voce non ha mai abbandonato i miei pensieri, ma una frase mi ha fatto gelare il sangue nelle vene: “tieni, il tuo telefono… credo di aver ripreso bene” e sorride… e passa quel telefono che riprendeva alla Sua amica… Vi girate verso di me, entrambe sorridenti mentre io ancora ansimo e annaspo, nella vergogna più totale mista a paura per il filmato su quel telefono… la Sua amica sta osservando lo schermo, quando sento iniziare la riproduzione… rantoli e mugolii di dolore fanno da sottofondo mentre vedo la Sua amica gira il mio viso verso il telefono e mi sputa sulla guancia… è la Sua voce quella che uccide completamente ii mio autocontrollo: “ora ti conviene fare la brava: fai la troia che sei con me, e chi voglio io… ma se non vuoi che altri vedano quanto sei puttana, cerca di non fare scherzi, chiaro?”…
Non mi rimane che annuire tremando e col terrore negli occhi…

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