giovedì 23 aprile 2015

PENSIERI DI UNA VACCHETTA

Pensieri di una vacchetta! ^_^

In un misto tra paura e vergogna, nella mente ho un vortice di pensieri innescati dalla Sua voce. La parte nascosta di me emerge, inizia a farsi spazio mentre il caldo sale e il corpo inizia a fremere in un misto di vergogna, timore ed eccitazione. Ad ogni singola Sua parola o modo evocativo di chiamarmi il cuore sussulta, il respiro si accorcia o addirittura viene meno... una vampata di calore sale a far ribollire il viso mentre un gelido brivido scende lungo la schiena, causando sussulti e fremiti.

Il conflitto interiore in cui la vita di tutti i giorni predomina viene sbilanciato da un inconfessabile desiderio e bisogno interiore di sentirLa forzarmi ad essere qualcun’altro. Per l’esattezza, qualcun’altra. É sufficiente che la Sua voce mi chiami al femminile ed evochi il fatto che ai Suoi occhi io sia una “troia” e l’equilibrio viene totalmente stravolto. Inizio a sentire sussurrare bisogni e desideri interiori cui cerco di non dare ascolto per un disperato bisogno di mantenere intatta e integerrima la mia dignità.


Inizio a provare un interiore bisogno di far emergere un lato di me di cui per certi versi ho paura, da cui fuggo, che mi rincorre come la mia stessa ombra. Un lato che mi vuole incapace di proferire parola, in imbarazzo tale da essere sull’orlo di un infarto, annaspante, tremante e con le mani sudate. Un lato che non solo aspira e trae piacere dal farsi chiamare “troia”, ma che ama anche farsi trattare come tale... una cagna che può essere eccitata a piacere e a cui negare il piacere, che gode nell’essere tormentata tra imbarazzo e negazione dell’orgasmo, mentre qualcuno sopra di lei gode o trae piacere dalla sua ansia, dalla vergogna e dagli ansimi di sopportazione.


E nell’ansia generale anche una preghiera sotto forma di quieto lamento, troppo tenue per essere udito e sormontare quel briciolo di dignità che mi rimane a pensarci... la preghiera di aiutarmi ad imparare a comportarmi... un’imbarazzato, timido e represso istinto di ringraziare ogni singolo commento o nome evocativo con cui mi chiamano, frutto di un periodo passato in una sorta di lavaggio del cervello ed ammaestramento, rimasto più radicato nell’anima di quanto potessi immaginare. La preghiera che continua con una speranza di essere “costretta” a parlare al femminile, di dover assimilare e ammaestrare la mia anima a ripetere ammissioni su di me dietro istruzioni di qualcuno che possa trarne vantaggio... e magari piacere nel vedermi... costretta a violare i principi di integrità con cui cerca di affrontare la vita di tutti i giorni.


L’inquietudine e la paura aumentano quando il sussurro diventa un continuo sospiro nella testa che sussurra il desiderio di essere trattenuta in una condizione di difficoltà emotiva prolungata.. di essere interrogata e dover ammettere di quanto la vergogna di essere chiamata “troia” in realtà mi ecciti e mi tormenti interiormente... del fatto che c’è Chi non solo sa chi sia il mio alter-ego maschile, ma che ha anche delle foto in cui mi vede a pieno viso... che potrebbe riprendermi e fotografarmi ai Suoi piedi e violentarmi psicologicamente giocando sulla mia paura e la mia paranoia... una paura che per quanto io non manifesti, esiste e mi lascia col fiato sospeso ed incapace di andare a pensare oltre... e ciò nonostante incapace di negare il fatto di desiderare di sentire la Sua voce spingersi oltre e infierire sulla mia esistenza, accompagnandomi e avvolgendomi delle Sue emozioni lasciandomi incapace di potermi opporre...

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