lunedì 17 ottobre 2022

 Locktober!! 👑🐍🔐

e mi sono ritrovato in questa gabbia virtuale senza quasi rendermene conto.

Come sempre che parlavo con la mia Padrona, ascoltavo con piacere ogni Sua parola. Adoravo, come sempre, la Sua voce. E così mi sono lasciato andare a chiedere cosa intendeva con quella parola. Lei parlava di un evento che aveva luogo nel mese di ottobre. Anzi, che "durava" tutto il mese di ottobre. Io pensavo di aver capito a cosa si riferiva quando diceva che tanti dei Suoi schiavi lo aspettavano con desiderio. Parlava in modo seducente e così ho continuato a parlarne con Lei. Mi aveva spiegato che si trattava di una "gabbia" virtuale entro la quale veniva rinchiusa la virilità dello schiavo. E non per poco tempo, pochi giorni. No. Per tutto il mese di ottobre. A me sembrava irrealistico. Direi un'esagerazione. E indagavo come avrebbe potuto la Padrona sapere se lo schiavo rispettava oppure no l'ordine di castità che gli era stato dato. La Padrona mi spiegava che si trattava di una pratica fondata sulla fiducia e la lealtà assoluta dello schiavo verso la Padrona: se lo schiavo non avesse rispettato l'ordine, avrebbe dovuto confessarlo alla Padrona. Ecco tutto.

Come al solito la Padrona con la Sua voce, le Sue parole mi aveva irretito senza che io me ne fossi reso conto. Tanto che in un certo senso desideravo anch'io che la Padrona mi imponesse quell'obbligo. Sapevo che avrei sofferto, ma sottovalutavo il grado di sofferenza. Credo che la Padrona, dentro di sé, si rendesse pienamente conto di stare giocando con me, come un gatto con il topo. Mi sballottava un po' di qua e un po' di là e alla fine sapeva che avrei chiesto di essere sottoposto a quella prova. 

Quando arrivò la notte del 30 settembre, mi arrivò un messaggio dolce nel tono in cui mi si diceva di godere quelle mie ultime ore di libertà. Sapevo a cosa si riferiva. Aveva raggiunto il Suo obiettivo: desideravo quello che stava per succedere. Quella notte sentì un bisogno fortissimo di sfogarmi e lo feci pensando a Lei e alla Sua capacità di dominazione.

La mattina dopo ricevetti un altro messaggio. Questa volta non suonava più così amichevole: "da questo momento entri nel periodo di castità per tutto il mese di ottobre. Non ti azzardare a barare, lurida cagna succhiacazzi".  

 

Davanti a quel messaggio, emozioni contrastanti. Da una parte ero incredulo sia che toccasse anche a me una prova come quella, sia che potessi rispettarla per tutto un mese. Dall'altra, mi sentivo quasi orgoglioso che la mia Padrona si fosse "degnata" di sottopormi a quella prova. In un certo senso voleva dire che mi considerava "degno" di affidarmi un compito che Lei non avrebbe potuto controllare a vista, ma che si doveva fondare sulla mia sincerità e lealtà. 
E così era iniziato il mese di ottobre. Mi sembrava strano di non essere libero di fare come volevo in assenza della Padrona. Ma non avevo nessuna idea di come mi sarei sentito con il passare dei giorni. La Padrona, invece, lo sapeva e a qualche mio messaggio in cui, dopo qualche giorno, manifestavo un po' di disagio, rideva e con ciò aumentando la mia umiliazione. Ad un certo punto, ad uno dei miei messaggi un po' piagnucolosi, anche se non troppo, reagì con la Sua consueta sadica fermezza: "sei solo all'inizio, lurida cagna succhiacazzi". Mi apostrofava sempre in quel modo sapendo che mi provocava un forte disagio e purtroppo aumentava (sapeva anche questo) il mio senso di inferiorità e e il mio desiderio di sottomissione verso di Lei.
Certamente il mio non era tanto un disagio prettamente fisico, come, sono sicuro, possono provare gli schiavi molto più giovani di me. Il mio era soprattutto psicologico. Per la Padrona era sufficiente. Disagio fisico o psicologico per Lei pari erano: l'importante era la sofferenza dello schiavo. E infatti non si lasciò impietosire. Io le avevo detto che l'adoravo perché Lei era Lei, perché la Sua autorità e la Sua dominazione mi soggiogavano. E Lei lo sapeva e quando Le avevo manifestato che incominciavo a soffrire, mi aveva risposto molto cinicamente: "tu DEVI soffrire". Queste parole spazzavano via ogni illusione di ottenere una qualche attenuazione del termine da rispettare. Anzi, direi che forse l'avevo un po' indispettita e di lì a poco aveva aggiunto: "lurida succhiacazzi, stai attenta a quello che dici o che fai, perché potrei anche decidere di farti sfondare da una trans e ti garantisco che non ti rimarrebbe nessun buco libero". Non sapevo cosa dire e infatti non dissi niente, mentre umiliato e soprattutto preoccupato La sentivo ridere insieme ad una Sua amica. Non era la prima volta che me lo aveva detto, ma questa volta sembrava più determinata e desiderosa di ferire quel poco di orgoglio che mi era rimasto. La Padrona sapeva che una cosa del genere per me era un tabù insormontabile e raramente ne parlava (salvo quando una volta all'apice di una Sua incazzatura per una mia qualche mancanza, mi aveva detto: "sei solo degna di essere data in pasto a un trans"). Quando poi era insieme alla Sua amica ritornava sempre a battere su quel tasto, forse perché si divertivano entrambe a vedere il mio viso terrorizzato quando toccavano quell'argomento.
Ora erano passati già dieci giorni dall'inizio dell'Ocktober (come lo chiamava Lei per indicare il mese di castità imposto agli schiavi) e tutto sommato, a parte i primissimi giorni, ero riuscito a non pensare troppo né alla Padrona, né all'obbligo di castità che dovevo rispettare per un mese intero. Tanto meno ci pensavo e tanto più rimanevo in uno stato di "sospensione", una specie di mio nirvana, in cui non provavo particolari esigenze o stimoli. 

 


Questo stato di "nirvana" è stato però interrotto proprio un paio di giorni fa quando la Padrona ha deciso di non rendermi troppo facile questa prova. Un Suo messaggio quasi telegrafico mi diceva: "scrivi sulla tua castità, sottoschiavo". Con quell'ordine la Padrona sapeva bene che avrei dovuto interrompere il mio stato di "sospensione" da ogni pensiero verso di Lei, perché dovendo scrivere su questo argomento per forza la mia mente deve tornare continuamente a pensare alla Padrona, alla Sua voce e alle Sue parole che mi avvertivano che se non avessi ubbidito avrei dovuto subire certe penalità, che poi mi spiegò che sarebbero consistite in:    1. prolungamento del periodo di castità, 

2. punizioni e 

3. pene pecuniarie  

Dicendomi questo, la Padrona mi ha scatenato una nuova tempesta nella mia mente, in quanto non ho potuto fare a meno di pensare in ogni istante alle conseguenze che il mancato rispetto dei Suoi ordini possa significare per me. In parole povere ora vivo nel terrore che la Padrona possa decidere appunto un prolungamento del periodo di castità. Ovviamente mi terrorizzano anche le eventuali punizioni, perché so che per la Padrona le punizioni includono non soltanto quelle fisiche, come la frusta (che sa che io non reggo), ma anche quelle psicologiche come l'umiliazione e l'ulteriore degradazione dello schiavo, anzi nel mio caso del "sottoschiavo", come mi chiama ormai da molti anni. La parola "sottoschiavo", secondo la Padrona, significa che i limiti del sottoschiavo, li decide la Padrona. 

Ecco, dopo che io avevo trovato un modo per superare quasi indenne lOcktober (perché non pensandoci le mie esigenze sarebbero state minime) la Padrona ha trovato il modo di rompere il mio "nirvana", ordinandomi di scrivere queste righe, con le conseguenze che ho detto prima.

Non so come andrà a finire, ma di certo farò di tutto per resistere anche se non è facile. E se non dovessi farcela, so che lo confesserò alla Padrona e a quel punto sarà Lei a decidere la mia sorte. 

Continua... 😊👑🐍🔐

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