Locktober!! 👑🐍🔐
e mi sono ritrovato in questa gabbia virtuale senza quasi rendermene conto.
Come sempre che parlavo con la mia Padrona, ascoltavo con piacere ogni Sua
parola. Adoravo, come sempre, la Sua voce. E così mi sono lasciato andare a
chiedere cosa intendeva con quella parola. Lei parlava di un evento che aveva
luogo nel mese di ottobre. Anzi, che "durava" tutto il mese di
ottobre. Io pensavo di aver capito a cosa si riferiva quando diceva che tanti
dei Suoi schiavi lo aspettavano con desiderio. Parlava in modo seducente e così
ho continuato a parlarne con Lei. Mi aveva spiegato che si trattava di una
"gabbia" virtuale entro la quale veniva rinchiusa la virilità dello
schiavo. E non per poco tempo, pochi giorni. No. Per tutto il mese di ottobre.
A me sembrava irrealistico. Direi un'esagerazione. E indagavo come avrebbe
potuto la Padrona sapere se lo schiavo rispettava oppure no l'ordine di castità
che gli era stato dato. La Padrona mi spiegava che si trattava di una pratica
fondata sulla fiducia e la lealtà assoluta dello schiavo verso la Padrona: se
lo schiavo non avesse rispettato l'ordine, avrebbe dovuto confessarlo alla
Padrona. Ecco tutto.
Come al solito la Padrona con la Sua voce, le Sue parole mi aveva irretito
senza che io me ne fossi reso conto. Tanto che in un certo senso desideravo
anch'io che la Padrona mi imponesse quell'obbligo. Sapevo che avrei sofferto,
ma sottovalutavo il grado di sofferenza. Credo che la Padrona, dentro di sé, si
rendesse pienamente conto di stare giocando con me, come un gatto con il topo.
Mi sballottava un po' di qua e un po' di là e alla fine sapeva che avrei
chiesto di essere sottoposto a quella prova.
Quando arrivò la notte del 30 settembre, mi arrivò un messaggio dolce nel
tono in cui mi si diceva di godere quelle mie ultime ore di libertà. Sapevo a
cosa si riferiva. Aveva raggiunto il Suo obiettivo: desideravo quello che stava
per succedere. Quella notte sentì un bisogno fortissimo di sfogarmi e lo feci
pensando a Lei e alla Sua capacità di dominazione.
La mattina dopo ricevetti un altro messaggio. Questa volta non suonava più
così amichevole: "da questo momento entri nel periodo di castità per tutto
il mese di ottobre. Non ti azzardare a barare, lurida cagna
succhiacazzi".
Davanti a quel messaggio, emozioni contrastanti. Da una parte ero incredulo sia che toccasse anche a me una prova come quella,
sia che potessi rispettarla per tutto un mese. Dall'altra, mi sentivo quasi
orgoglioso che la mia Padrona si fosse "degnata" di sottopormi a
quella prova. In un certo senso voleva dire che mi considerava
"degno" di affidarmi un compito che Lei non avrebbe potuto
controllare a vista, ma che si doveva fondare sulla mia sincerità e
lealtà.
E così era iniziato il mese di ottobre. Mi sembrava strano di non essere
libero di fare come volevo in assenza della Padrona. Ma non avevo nessuna idea
di come mi sarei sentito con il passare dei giorni. La Padrona, invece, lo
sapeva e a qualche mio messaggio in cui, dopo qualche giorno, manifestavo un
po' di disagio, rideva e con ciò aumentando la mia umiliazione. Ad un certo
punto, ad uno dei miei messaggi un po' piagnucolosi, anche se non troppo, reagì
con la Sua consueta sadica fermezza: "sei solo all'inizio, lurida cagna
succhiacazzi". Mi apostrofava sempre in quel modo sapendo che mi provocava
un forte disagio e purtroppo aumentava (sapeva anche questo) il mio senso di
inferiorità e e il mio desiderio di sottomissione verso di Lei.
Certamente il mio non era tanto un disagio prettamente fisico, come, sono
sicuro, possono provare gli schiavi molto più giovani di me. Il mio era
soprattutto psicologico. Per la Padrona era sufficiente. Disagio fisico o
psicologico per Lei pari erano: l'importante era la sofferenza dello schiavo. E
infatti non si lasciò impietosire. Io le avevo detto che l'adoravo perché Lei
era Lei, perché la Sua autorità e la Sua dominazione mi soggiogavano. E Lei lo
sapeva e quando Le avevo manifestato che incominciavo a soffrire, mi aveva
risposto molto cinicamente: "tu DEVI soffrire". Queste parole
spazzavano via ogni illusione di ottenere una qualche attenuazione del termine
da rispettare. Anzi, direi che forse l'avevo un po' indispettita e di lì a poco
aveva aggiunto: "lurida succhiacazzi, stai attenta a quello che dici o che
fai, perché potrei anche decidere di farti sfondare da una trans e ti
garantisco che non ti rimarrebbe nessun buco libero". Non sapevo cosa dire
e infatti non dissi niente, mentre umiliato e soprattutto preoccupato La
sentivo ridere insieme ad una Sua amica. Non era la prima volta che me lo aveva
detto, ma questa volta sembrava più determinata e desiderosa di ferire quel poco
di orgoglio che mi era rimasto. La Padrona sapeva che una cosa del genere per
me era un tabù insormontabile e raramente ne parlava (salvo quando una volta
all'apice di una Sua incazzatura per una mia qualche mancanza, mi aveva detto:
"sei solo degna di essere data in pasto a un trans"). Quando poi era
insieme alla Sua amica ritornava sempre a battere su quel tasto, forse perché
si divertivano entrambe a vedere il mio viso terrorizzato quando toccavano
quell'argomento.
Ora erano passati già dieci giorni dall'inizio dell'Ocktober (come lo
chiamava Lei per indicare il mese di castità imposto agli schiavi) e tutto
sommato, a parte i primissimi giorni, ero riuscito a non pensare troppo né alla
Padrona, né all'obbligo di castità che dovevo rispettare per un mese intero.
Tanto meno ci pensavo e tanto più rimanevo in uno stato di
"sospensione", una specie di mio nirvana, in cui non provavo
particolari esigenze o stimoli.
Questo stato di "nirvana" è stato però interrotto proprio un paio
di giorni fa quando la Padrona ha deciso di non rendermi troppo facile questa
prova. Un Suo messaggio quasi telegrafico mi diceva: "scrivi sulla tua
castità, sottoschiavo". Con quell'ordine la Padrona sapeva bene che avrei
dovuto interrompere il mio stato di "sospensione" da ogni pensiero
verso di Lei, perché dovendo scrivere su questo argomento per forza la mia
mente deve tornare continuamente a pensare alla Padrona, alla Sua voce e alle
Sue parole che mi avvertivano che se non avessi ubbidito avrei dovuto subire
certe penalità, che poi mi spiegò che sarebbero consistite in: 1. prolungamento del periodo di castità,
2. punizioni e
3. pene
pecuniarie
Dicendomi questo, la Padrona mi ha scatenato una nuova tempesta nella mia
mente, in quanto non ho potuto fare a meno di pensare in ogni istante alle
conseguenze che il mancato rispetto dei Suoi ordini possa significare per me.
In parole povere ora vivo nel terrore che la Padrona possa decidere appunto un
prolungamento del periodo di castità. Ovviamente mi terrorizzano anche le
eventuali punizioni, perché so che per la Padrona le punizioni includono non
soltanto quelle fisiche, come la frusta (che sa che io non reggo), ma anche
quelle psicologiche come l'umiliazione e l'ulteriore degradazione dello
schiavo, anzi nel mio caso del "sottoschiavo", come mi chiama ormai
da molti anni. La parola "sottoschiavo", secondo la Padrona,
significa che i limiti del sottoschiavo, li decide la Padrona.
Ecco, dopo che io avevo trovato un modo per superare quasi indenne lOcktober
(perché non pensandoci le mie esigenze sarebbero state minime) la Padrona ha
trovato il modo di rompere il mio "nirvana", ordinandomi di scrivere
queste righe, con le conseguenze che ho detto prima.
Non so come andrà a finire, ma di certo farò di tutto per resistere anche
se non è facile. E se non dovessi farcela, so che lo confesserò alla Padrona e
a quel punto sarà Lei a decidere la mia sorte.
Continua... 😊👑🐍🔐